Proiettili in Tribunale, ora è caccia al «venditore»

Proiettili in Tribunale, ora è caccia al «venditore»
di Katiuscia Guarino
Domenica 24 Febbraio 2019, 12:06
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È caccia a chi ha venduto i cinquanta proiettili ritrovati in un tombino a pochi passi dal Tribunale di Avellino.
Le indagini della polizia si stanno indirizzando in questa direzione per cercare di capire chi abbia lasciato in piazza de Marsico, a ridosso dell'edicola, quelle munizioni. La Divisione Amministrativa della Questura sta controllando le armerie, ma anche gli esercizi di minuta vendita che mettono in commercio materiale esplodente, cioè fuochi d'artificio o polvere da sparo. Non si esclude, infatti, che i proiettili non hanno un numero di serie per l'identificazione possano essere stati realizzati artigianalmente. Quindi, si stanno verificando i registri di carico e di scarico delle singole attività.

I poliziotti agli ordini della dirigente Alessandra Calvino non tralasciano neanche la pista dell'acquisto on-line. Le indagini puntano i riflettori sul web, dove pure è possibile trovare armi. Oltre a seguire la traccia di chi abbia potuto vendere i cinquanta proiettili, la Squadra Mobile sta indagando negli ambienti dei pregiudicati. Si valutano, in modo particolare, le posizioni di alcuni di loro. Il monitoraggio sta riguardando, inoltre, i titolari di porto d'armi, anche di quello sportivo.

In questa fase delle indagini non si vuole tralasciare nessun elemento. Il fascicolo delle investigazioni sul caso è arrivato sul tavolo del capo della Mobile, Michele Salemme, a cui tocca scoprire il responsabile o i responsabili di questa vicenda che preoccupa la città, in allarme dopo il ritrovamento delle munizioni nella centralissima piazzetta. Proiettili sottoposti a sequestro dalla Sezione Volanti. Gli agenti coordinati dal vicequestore Elio Iannuzzi erano impegnati in un posto di controllo in zona, quando sono stati avvertiti da un gruppo di avvocati. I professionisti avevano notato sul marciapiede alcuni dei proiettili. Poi il ritrovamento all'interno del tombino di tutti gli altri. La pista principale battuta porta all'azione di qualcuno che abbia deciso di disfarsi dei proiettili, lasciandoli in quel tombino. Qualcuno che avrebbe notato la presenza del posto di blocco, quindi impaurito avrebbe abbandonato le munizioni. Un movimento, seppure veloce, avrebbe però attirato l'attenzione dei poliziotti. Allora, l'altra ipotesi presa in considerazione è che siano state lasciate lì tempo prima dell'arrivo degli agenti. Ma perché proprio in quel luogo? È la domanda che si fanno anche gli investigatori. Non appare un atto intimidatorio o un gesto dimostrativo nei confronti del Tribunale di Avellino. Almeno in questa fase sembra essere escluso da tutti (il presidente di Palazzo di Giustizia, Vincenzo Beatrice, ha invitato infatti alla cautela e a evitare il panico: «Non vi sono ragioni ed elementi dai quali trarre un allarme. Allo stesso tempo, non mi sento di dover escludere nulla»), ma l'attenzione resta alta. Mancano indicazioni utili a far propendere in tal senso.

 

Lo stesso presidente dell'Ordine degli Avvocati, Fabio Benigni, si sente di non abbracciare ora questo scenario: «Ad Avellino non ci sono processi che in qualche modo possano astrattamente ricollegarsi a fatti del genere. Un episodio che assume una rilevanza notevole, soprattutto in una città tranquilla come Avellino». Non aiuta le indagini il fatto che il punto del ritrovamento pare sia in una zona buia, non coperta dal raggio d'azione delle telecamere pubbliche a circuito chiuso. Quel luogo è cieco. Ma le immagini (da controllare quelle degli impianti privati) sono al vaglio della polizia, che ragiona tra l'altro sull'ipotesi che il possessore dei proiettili fosse a conoscenza della limitata visuale in tale area dell'occhio elettronico. In ogni caso, è un'ipotesi secondaria.
Le investigazioni vanno avanti in maniera serrata. C'è sconcerto ad Avellino per quanto accaduto e non si nasconde la preoccupazione perché si è verificato in pieno centro cittadino, davanti al Tribunale del capoluogo.
 
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