Pronto soccorso pieno, «dirottati»
i pazienti: «Mancano posti letto»

Pronto soccorso pieno, «dirottati» i pazienti: «Mancano posti letto»
di Antonello Plati
Giovedì 21 Novembre 2019, 10:23
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Caos al Pronto soccorso di Avellino: sono bastati due giorni di iperafflusso, anche a causa del picco influenzale, per paralizzare il reparto diretto da Antonino Maffei costringendo il personale sanitario a chiedere al 118 di dirottare altrove i pazienti.

Una situazione di grave sovraffollamento che ha provocato, nella sola mattinata di ieri, lo stazionamento di una cinquantina di pazienti in attesa di ricovero o in osservazione. Nella sala medica 1, con otto postazioni, erano presenti 26 utenti. Esauriti letti, barelle e sedie per diverse ore sono state bloccate le visite. Una situazione insostenibile che ha generato tensioni e proteste da parte dei parenti degli assistiti. Allarmata per l'improvvisa emergenza e per un aumento degli accessi che non era stato preventivato, la direzione sanitaria ha convocato in serata una riunione organizzativa per tentare di accelerare la procedura per l'attuazione del nuovo Piano di gestione del sovraffollamento e nelle stesse ore il presidio ha riaperto agli accessi delle ambulanze.

«Non bastano gli annunci per risollevare le sorti dell'ospedale e del Pronto soccorso in particolare», dice il segretario aziendale del Nursind, Michele Rosapane che chiede, prima di tutto, di «aumentare i posti letto» convinto del fatto che la crisi del reparto sia dovuta proprio alla riduzione della disponibilità. «L'atto aziendale è stato modificato per il piano ferie. Da allora, però, non sono stati ripristinati i posti letto tagliati: attualmente ne mancano 7 in Geriatria, 4 in Malattie infettive, 4 in Urgenza e uno in Pneumologia».

A peggiorare il quadro, l'organico ridotto all'osso: «Siamo sottodimensionati, manca personale di comparto e specialisti. C'è stato lo scorrimento di graduatoria di mobilità degli infermieri, ma nell'ultimo anno tantissimi hanno rifiutato il trasferimento ad Avellino preferendo altre sedi». E sulle 70 assunzioni, annunciate l'altro giorno dal direttore generale Renato Pizzuti, arriva una parziale smentita: «Innanzitutto si tratta di contratti a termine. Ma è bene precisare che oltre 50 di questi infermieri già lavorano al Moscati con contratti di somministrazione. Dunque, le forze fresche saranno al massimo una ventina. Inoltre, con l'entrata in vigore di Quota 100, molti colleghi hanno scelto di andare in pensione e il rapporto pensionamenti-assunzioni è negativo». Altra tegola, quella degli operatori sociosanitari (Oss): «Sono troppo pochi, molto al di sotto del fabbisogno. Soltanto per fare un esempio, la Rianimazione dovrebbe averne in organico almeno 10, ma tra Unità coronarica e Cardiologia ce n'è solo uno. In Pronto soccorso da qualche mese due Oss sono andati in pensione, ma ancora non sono stati sostituti. E a sopperire a queste mancanze sono gli infermieri che di fatto sono demansionati». Mentre a risentirne maggiormente sono gli utenti: «Il Pronto soccorso della città ospedaliera soffre da anni per il cosiddetto fenomeno del boarding, ovvero per la sosta prolungata dei pazienti che per mancanza di posti letto non sono trasferiti nei reparti e questo si ripercuote sulla sicurezza delle cure prestate con l'aumento del rischio di eventi avversi e, nemmeno a dirlo, sovraccarico di lavoro per gli operatori».

Qualcosa, però, si muove: «La nuova direzione strategica ha attivato delle procedure per contrastare queste criticità che il Nursind ha più volte portato all'attenzione dei vertici aziendali. L'ex direttore generale Angelo Percopo aveva infatti approvato una delibera per l'istituzione dell'infermiere di percorso alle quale l'attuale direttore sanitario Rosario Lanzetta ha dato attuazione avviando una sperimentazione della durata di 4 mesi». L'infermiere di percorso provvederà alla riorganizzazione dei trasferimenti dei pazienti di Pronto soccorso nei reparti, dopo aver verificato le dimissioni giornaliere. L'incarico sarà ricoperto da un professionista interno all'azienda, deputato a monitorare le funzioni di gestione dei flussi dei pazienti in entrata e in uscita dal Pronto soccorso, favorendo l'ottimizzazione dell'utilizzo dei posti letto dell'intera Azienda. «L'istituzione di questa figura è scaturita proprio dalla necessità di ridurre il boarding che in queste ore sta paralizzando la struttura».
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