Avellino, qualità della vita 2021:
siamo quasi sul fondo

Avellino, qualità della vita 2021: siamo quasi sul fondo
di Gianni Colucci
Martedì 14 Dicembre 2021, 07:22 - Ultimo agg. 19:34
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Se si comparano i dati sulla qualità della vita del Sole 24 ore e le Missioni del Pnrr (cioè gli obbiettivi che il piano nazionale di ripresa e resilienza si prefigge) come suggeriscono i ricercatori del quotidiano di Confindustria, si scoprono i settori sui quali la provincia è in ritardo. Avellino è in ritardo su tutto: sostenibilità, giustizia, demografia, cultura, ricchezza pro capite. E se alle sei missioni del Pnrr corrispondessero altrettanti finanziamenti per la provincia di Avellino, ci sarebbe eccome da investire in digitale e transizione ecologica, infrastrutture e istruzione, inclusione e salute.

Per ora dobbiamo registrare la perdita di nove posizioni rispetto alla scorso anno nella classifica nazionale, siamo 93° posto assoluto su 107 province. Perse 9 posizioni in un anno.

Per ricchezza e consumi siamo all'83° posto guadagnando 12 posizioni. Ma siamo scarsi a pos, siamo al 99° posto in Italia con 34 dispositivi attivi per pagare con carta, rispetto alla media di 57 del Paese.

Prezzi in calo per quanto riguarda i canoni di locazione, e questo mette la provincia al primo posto in Italia nella classifica dei fitti più convenienti: 270 euro per 100 metri quadrati. Ma il costo delle case è bassissimo: 700 euro a metro quadrato in zona semicentrale e di nuova costruzione (ovviamente questo fa porre la domanda retorica: perché si costruisce ancora tanto in città). Per affari e lavoro siamo al 79° posto perdendo 29 posizioni. Il capitolo giustizia e sicurezza ci pone a metà classifica in posizione 59 con -2 posizioni. Il capitolo demografia mette Avellino al posto 85 con una perdita di 17 punti mentre su ambiente e servizi ci posizioniamo quasi a fondo scala, al 96° posto perdendo 33 punti. Ancora peggio per cultura e tempo libero: siamo al posto 97 perdendo 11 posizioni.
Il quadro sintetico spiega che siamo poco attenti ad ambiente e cultura e siamo in lenta risalita sul piano economico.

Prendiamo la parte della ricerca su ambiente e servizi, dove la provincia mostra una crescita del parco auto circolanti, anno su anno, del 47,6%, classificandosi al 64° posto su 107 capoluoghi di provincia italiani. Avellino è anche al 42° posto per concentrazione media in microgrammi per metro cubo di aria di Pm10, con un incremento di un 1,1% anno su anno. Sulle piste ciclabili, malgrado una variazione di uno strabiliante 165% tra il 2020 e il 2021, Avellino si piazza al 94° posto in classifica nel rapporto metri di pista ciclabile per 100 abitanti. Ciò vuol dire che in un anno si è fatto il triplo dell'anno precedente, ma chi è di Avellino sa che si tratta di una pista ciclabile smozzicata dalle parti della Questura e di quella messa in cantiere tra mille mugugni a viale Italia. 

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Avellino presenta dunque un tasso di motorizzazione che la pone al 42° posto in Italia, con 64 auto ogni centomila abitanti e con un indice di biossido di azoto e ozono nel comune capoluogo che è pari a 45, sotto la media che è 48.

Circa l'energia green, c'è molto da fare: siamo a una produzione di 229 kw pro capite dagli impianti fotovoltaici a fronte di una media di 507. Preoccupa anche la posizione in classifica generale per l'indice criminalità: al terzo posto per denunce per minacce: in termini assoluti 889 denunce, pari a 241,8 ogni centomila abitanti. Siamo 21esimi per le estorsioni: sono state 73, pari a 17 ogni centomila abitanti; solo un gradino sotto Salerno che è a quota 20. Siamo quinti anche per le denunce per percosse che sono state 136, 31 ogni centomila abitanti. Significativo anche il 13° posto in Italia per delitti informatici: sono stati 201, cinquanta ogni centomila abitanti. E una provincia che cresce poco: 6,3 per cento il tasso di natalità, sotto la media italiana e un indice di vecchiaia (numero di anziani ogni 100 giovani) che è in calo: -2,8%. In epoca di contese per la gestione dei servizi sociali va rilevato che i comuni irpini spendono 10 euro pro capite per minori, disabili e anziani rispetto ai 43,4 della media nazionale, finendo relegati alla posizione 104. Ce la caviamo con la raccolta differenziata, siamo 43esimi in Italia con una percentuale nel capoluogo di 0,7 su una media italiana di 0,6. 

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