«Riaprire i tribunali soppressi in Irpinia»,
il comitato scrive agli aspiranti parlamentari

«Riaprire i tribunali soppressi in Irpinia», il comitato scrive agli aspiranti parlamentari
di Giulio d'Andrea
Venerdì 2 Settembre 2022, 08:30 - Ultimo agg. 3 Settembre, 20:45
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Nuovo appello per la riapertura dei tribunali soppressi. Questa volta viene rivolto ai candidati alle politiche e naturalmente, ma questo avverrà dopo, anche gli eletti saranno chiamati a raccoglierlo. Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi sono le due sedi irpine cancellate dalla geografia giudiziaria. Pochi mesi fa si era aperto uno spiraglio per ottenere uno sportello di prossimità, una sede utile ai cittadini per l'espletamento di qualche pratica. Ora il comitato nazionale dei tribunali accorpati torna alla carica perché paesi e cittadine orfani delle toghe possano ottenere non uno sportello ma la Giustizia di prossimità, quella vera. «L'Amministrazione di Sant'Angelo dei Lombardi sta partecipando attivamente a questo percorso, volto a riottenere il presidio», spiega la capogruppo di maggioranza Rosanna Repole. «Stiamo lavorando da tempo insieme agli avvocati dell'ex foro di Sant'Angelo e in linea con il comitato nazionale riteniamo che i cittadini dei nostri territori, fermo restando l'impegno delle forze dell'ordine e dei magistrati e del personale di Avellino, abbiano diritto ad un tribunale vero e proprio anche in considerazione della crisi che si sta abbattendo sulle imprese e sui privati. Noi siamo convinti che le Regioni abbiano la volontà di venire incontro alle esigenze di chi è rimasto senza un tribunale, ma la strada maestra non può che essere quella nazionale. Da Roma si è deciso di tagliare, Roma deve ripristinare un servizio fondamentale».


La riforma della geografia giudiziaria, ormai sono passati quasi dieci anni, «Non ha fatto conseguire nessuno dei due obiettivi prefissati», spiega in una nota il Comitato Nazionale dei Tribunali Accorpati (Comitato di Coordinamento Nazionale per la Giustizia di Prossimità). «Vale a dire quello del risparmio di spesa (non avvenuto) e quello della maggiore efficienza della giurisdizione (quest'ultima venutasi invece ad ulteriormente congestionare presso gli Uffici Giudiziari accorpanti)».

E allora da Ariano Irpino il primo cittadino Enrico Franza si unisce all'appello. «È giunto il tempo di finalizzare questa battaglia.

I candidati debbono farsi carico dell'istanza per la difesa dei territori e perché le condizioni ci sono tutte. Al di là del Piano nazionale di ripresa e resilienza che rappresenta comunque un'occasione - dice Franza - credo che i programmi politici delle parti politiche abbiano al loro interno il tema della giustizia. E ancora è anche giunto il tempo di mettere davvero al centro le aree interne. Il dibattito su queste zone rischia di diventare sterile senza azioni sui territori».

Il Comitato raccoglie le rappresentanze amministrative, forensi ed associative delle città sedi dei trenta Tribunali soppressi. E scrive: «Vi è necessità di decongestionare gli Uffici accorpanti, i tempi di risposta della Giustizia al cittadino si sono ulteriormente allungati. Vi è da condividere ogni iniziativa in tema di utilizzo delle risorse provenienti dal Pnrr». Fa notare «che l'esigenza dell'incremento della digitalizzazione implicherà l'ulteriore necessità che gli uffici giudiziari accorpanti siano alleggeriti dall'enorme flusso di depositi telematici; che le condizioni di gran parte dei Palazzi di Giustizia dismessi sono decorose e possono implicare, per la loro piena funzionalità, l'impiego di fondi assolutamente limitati rispetto a quelli destinabili al Settore Giustizia; che vi è pertanto la concreta possibilità di utilizzo, in tempi assolutamente brevi, delle strutture che ospitavano i presidi di Giustizia soppressi, e comunque vi è la manifesta esigenza del ripristino degli Uffici Giudiziari soppressi e ciò sulla scorta di lodevoli iniziative assunte già da numerose Regioni, le quali hanno adottato proposte di legge inoltrate al Parlamento, finalizzate alla riapertura dei Tribunali soppressi, mediante l'intervento finanziario delle Regioni e degli Enti Locali, per quanto attiene ai costi di manutenzione, da far condividere ed estendere a tutto il territorio nazionale come disposizione legislativa da adottarsi con agile percorso parlamentare; che le necessità e le esigenze scaturenti dalle considerazioni di cui sopra, potranno, anzi dovranno costituire preciso obiettivo da perseguirsi ad opera di coloro che rappresenteranno i cittadini nel Parlamento che a breve verrà rinnovato».

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