Richieste estorsive e del pestaggio,
in Irpinia sette indagati dal giudice

Richieste estorsive e del pestaggio, in Irpinia sette indagati dal giudice
di Alessandra Montalbetti
Martedì 12 Marzo 2019, 12:35
3 Minuti di Lettura
Stamane compariranno dinanzi al gip i sette componenti della banda di Monteforte Irpino per gli interrogatori di garanzia. I sette indagati, raggiunti venerdì scorso dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, affiancati dai loro avvocati tenteranno di chiarire la loro posizione e smontare le accuse mosse nei loro confronti. Ai domiciliari sono finiti Gianpiero Aufiero (l'unico accusato anche di sequestro di persona in concorso con altre due persone non ancora identificate), suo cognato Pino Barbarulo, Ferdinando Bianco, Francesco Coppola, i gemelli Alessio e Ivan Di Somma e Saverio Valente, tutti di Monteforte Irpino, accusati di tentata estorsione, lesioni aggravate personali, porto abusivo d'armi. I sette sono finiti ai domiciliari dopo le tempestive ed accurate indagini condotte dai carabinieri ai quali la vittima delle richieste estorsive e del pestaggio si è rivolta. Il procuratore aggiunto Vincenzo D'Onofrio aveva chiesto l'applicazione, per tutti, della misura cautelare in carcere, ma il gip - valutate tutte le circostanze del caso e tenuto conto che gli arresti domiciliari appaiono sufficienti ad evitare il pericolo di reiterazione del reato - non ha ritenuto di imporre il carcere, essendo quest'ultima misura applicabile in caso di estrema ratio. I sette sono accusati di aver minacciato e malmenato, in tre diversi episodi, un pakistano e la sua compagna che da pochi giorni avevano aperto una vineria nel comune di Monteforte Irpino, dove vivono. I due, sono stati costretti a chiuderla in pochissimo tempo per le richieste estorsive e la paura di subire altre ritorsioni.

 

Le violenze fisiche sono state perpetrate nei confronti del pakistano dapprima con delle mazze e poi con il taser, la pistola a scariche elettriche, al fine di imporre il pizzo sull'attività commerciale aperta dalla coppia di pakistani.
Richiesta estorsiva alla quale le vittime si sono rifiutati nel settembre 2018 finendo nelle grinfie dei loro aguzzini. Infatti la banda, all'indomani, dopo essersi rifiutati di cedere alle richieste estorsive, ha organizzato una spedizione punitiva presso l'attività ricettiva gestita dalla compagna del pakistano. Un'escalation di violenza nei confronti del pakistano divenuta in pochi giorni, inaudita e puntualmente denunciata presso la stazione dei carabinieri di Monteforte Irpino. I sette, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, pretendevano il 20 per cento dei loro guadagni, in cambio della loro protezione. Contro i sette indagati - difesi dagli avvocati Alberico Villani, Gerardo Santamaria, Gaetano Aufiero, Costantino Sabatino, Michele Scibelli, Quirino Iorio e Loredana De Risi - gli inquirenti hanno acquisito anche delle registrazioni audio attraverso le quali i componenti della banda avrebbe mandato, con toni minacciosi, degli avvertimenti: «non farti vedere più ad Avellino, vattene da Monteforte». Inoltre gli inquirenti, dopo la spedizione punitiva subita dal pakistano, rinvennero celati in una siepe, nei pressi di un bar cinque mazze di ferro e un ramo, con ogni probabilità, utilizzati per il pestaggio.
Intanto i militari dell'Arma continuano ad indagare al fine di individuare altri due complici che avrebbero preso parte al tentativo di sequestro del pakistano posto in essere da Gianpiero Aufiero con una pistola puntata contro, privando la coppia della loro libertà, per un lasso di tempo considerevole.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA