Per quindici giorni le centraline dell'Arpac monitoreranno la qualità dell'aria. I primi rilievi, seppure i dati siano ancora ufficiosi, sono confortanti. Sul fronte delle indagini appare ormai certa la pista dolosa dell'incendio che ha mandato in fumo venti metri cubi di rifiuti depositati presso lo stabilimento della Defiam di Serino. Il titolare Francesco De Feo ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce. Lo ha confermato anche ai Carabinieri che indagano sull'episodio. Si ipotizza la vendetta personale o all'azione di qualche concorrente sleale, insieme alla pista del racket. I militari, coordinati dal capitano Francesco Nicolò Pirronti, hanno eseguito una serie di rilievi, ma non hanno trovato inneschi. Assai difficile in questi casi poter risalire al punto dal quale è partito il fuoco. Le fiamme fanno sparire ogni traccia. Oltre al titolare, sono state ascoltate alcune persone. I Carabinieri hanno acquisito, inoltre, le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e di altri punti del paese. «Non ci faremo intimidire», assicura Francesco De Feo amministratore dell'azienda Defiam che è in concordato preventivo impegnata da anni nello smaltimento dei rifiuti (lavora anche parte dell'indifferenziato prodotto in alcuni comuni della provincia di Avellino). De Feo è sicuro della natura dolosa del rogo. Sono stati dati alle fiamme venti metri cubi di rifiuti stoccati nella parte retrostante lo stabilimento. «Da come si è propagato l'incendio non può essersi verificata autocombustione spiega - I rifiuti trattati erano abbastanza umidi, quindi non c'era alcun elemento che potesse avviare quel processo. Si tratta di indifferenziato composto da plastica, terreno, carta. Erano rifiuti in via di lavorazione».
De Feo ha ribadito, inoltre, di non aver mai ricevuto alcuna minaccia o pressione. «Non abbiamo mai avuto problemi del genere. E' stato un tentativo di incendio che abbiamo subito domato limitando i danni. Il nostro controllo è sempre costante». Ieri mattina è stato effettuato anche un sopralluogo da parte dei Carabinieri del Noe di Salerno per approfondire l'attività investigativa. Sul fronte dei rischi ambientali, l'Arpac ha deciso di installare delle centraline per monitorare l'aria. Controlli che andranno avanti per una quindicina di giorni. Dopo un primo intervento eseguito tempestivamente al verificarsi del fatto e poi un altro nella giornata di domenica, gli esperti dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale hanno ritenuto opportuno effettuare controlli più approfonditi per verificare la salubrità dell'ambiente in seguito al rogo. Finora non ci sarebbero dati preoccupanti. Ma il sindaco Vito Pelosi vuole esserne certo. «L'aspetto ambientale è molto importante. Già da quando si è verificato l'episodio ho richiesto l'intervento tempestivo dell'Arpac per effettuare un primo sopralluogo che poi è proseguito nella mattinata di domenica. I tecnici hanno compiuto tutti i rilievi necessari. Ora siamo in attesa dei risultati. Le centraline montate sono necessarie per avere un costante monitoraggio. Anche se da ciò che mi è stato riferito dagli esperti, non ci dovrebbero essere grossi problemi. Aspettiamo comunque i risultati», fa sapere Pelosi che esprime solidarietà al titolare dell'azienda. A preoccupare amministratori e residenti di Serino e San Michele di Serino, la nube di fumo denso e maleodorante che si è sprigionata dai rifiuti andati in fiamme. Sono state necessarie cinque ore ai vigili del fuoco per avere ragione dell'incendio. Anche in considerazione di quanto accaduto, il primo cittadino di Serino spinge sull'acceleratore per potenziare il numero di telecamere sul territorio.
Rogo alla Defiam, ora è caccia
agli autori dell'attentato incendiario
di Katiuscia Guarino
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Martedì 12 Marzo 2019, 12:29
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