Rifiuti in Irpinia, Russo al contrattacco:
​«Il servizio di raccolta non può attendere»

Rifiuti in Irpinia, Russo al contrattacco: «Il servizio di raccolta non può attendere»
di Alessandro Calabrese
Lunedì 17 Maggio 2021, 08:43
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«Il presidente Tropeano, con ogni probabilità, non sa che il 24 maggio dobbiamo partire con Ariano, a settembre con l'isola ecologica di Avellino e non abbiamo il personale necessario. Inoltre, a breve ci saranno le ferie estive. Sulle questioni organizzative e di controllo, poi, non possiamo stoppare tutto in attesa dell'Ato. La nostra è una società che fattura 60 milioni di euro all'anno e va gestita al meglio, rispettando gli indirizzi del socio unico. Avrebbe potuto telefonarmi, glielo avrei spiegato». L'amministratore di IrpiniAmbiente, Antonio Russo, chiamato in causa dal vertice dell'ente d'ambito dei rifiuti di Avellino, replica «colpo su colpo» e spiega i motivi che lo hanno indotto a prendere alcune decisioni nelle ultime settimane. Scelte relative alla redazione di un Piano industriale, alla realizzazione di procedure di gestione e ora all'assunzione di 45 operatori interinali a tre mesi. Affidandosi a società esperte del settore.


Il tutto - ed è questa in sostanza l'obiezione sollevata da Valentino Tropeano - alla vigilia di un probabile passaggio di IrpiniAmbiente in seno all'Ato, quale gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio provinciale. Ma alla domanda: Che senso ha avviare queste procedure se poi da qui a pochi mesi questi passaggi operativi dovrà stabilirli l'Ente d'ambito?
La risposta di Russo è netta: «Un unico senso, reperire personale per avviare il servizio sul Tricolle, seconda cittadina irpina per abitanti e ferma al 45% di differenziata.

Dopo la revoca della subconcessione a De Vizia, ci siamo. Da lunedì prossimo dobbiamo cominciare e, al momento, stiamo reperendo operatori togliendoli a capiservizio nelle altre zone: dove 2, dove 3 o 4. Ma è un sacrificio che non può durare per sempre. Per questo ci siamo rivolti ad un'agenzia specializzata che dovrà selezionare 30 operai e 15 autisti. La società in questione è quella che ci ha richiesto la commissione più bassa. A settembre, poi, dovrà partire anche l'isola ecologica di Avellino e anche lì serve personale. Nel frattempo stiamo andando incontro all'estate e, quindi, alle ferie. Inoltre, la Provincia che esercita il controllo analogo ci ha dato input precisi: 165mila ore di straordinario sono troppe, anche perché l'età media dei nostri dipendenti è superiore ai 50 anni. E poi la riduzione di questa voce, coperta dal lavoro interinale, ci consente un grande risparmio».

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Esaurito il capitolo del personale, Russo entra nel merito anche degli affidamenti a Pwc e Kpmg relativi a piano industriale e procedure organizzative.
«Il Piano industriale per una società come la nostra - dice - è fondamentale. Serve per efficientare il servizio e l'attività in generale. Oltre che a verificare le strategia da perseguire in funzione degli obiettivi economici e finanziari da raggiungere. Il Piano di IrpiniAmbiente risale al 2010-2011. Quello che sta preparando la Pwc sarà mirato e finalizzato al settore rifiuti. Inoltre, anche rispetto alla due diligence disposta dall'Ato dobbiamo avere gli elementi per un contraddittorio, prima del passaggio delle quote dal socio unico all'ente d'ambito».
Il concetto generale è chiaro: IrpiniAmbiente non si può fermare aspettando che l'Ato completi le procedure e decida sull'affidamento. «Proprio per farci trovare pronti - aggiunge il manager di Nola - ci siamo attorniati di società esperte, abbiamo trasferito le gare alla stazione unica appaltante di Palazzo Caracciolo e stiamo lavorando su riorganizzazione e crediti da incassare. La prima operazione grazie all'aiuto di Kpmg, il meglio che si possa trovare per questo tipo di azione. La seconda controllando tutte le fatture e i pagamenti inevasi da parte dei Comuni. Non si può tollerare che ci siano crediti relativi al 2010».
E conclude: «Vogliamo dare una dilazione sugli arretrati anche di 6 mesi ma gli enti locali devono pagare come noi paghiamo dipendenti e fornitori. Non siamo la banca dei Comuni che attraverso la Tari incassano dai cittadini gli importi da versare. Perché queste somme non vengono utilizzate per saldare IrpiniAmbiente? Noi per reperire liquidità scontiamo le fatture in banca pagando degli interessi: a chi dovremmo addebitarli?».
 

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