Sanità irpina, Percopo condannato
a quattro anni per concussione

Sanità irpina, Percopo condannato a quattro anni per concussione
di Gianni Colucci
Venerdì 22 Aprile 2022, 07:42
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Angelo Percopo, già manager dell'azienda ospedaliera di Avellino, è stato condannato a 4 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre alla confisca di 14 mila euro in solido con un editore di Campobasso. L'accusa per lui di concussione, avrebbe utilizzato il suo ruolo di manager per ottenere che un imprenditore della sanità versasse danaro all'editore condannato con lui per avvisi pubblicitari mai pubblicati. Il tutto per favorire il ritorno di immagine sui media locali dell'allora presidente della Regione Molise Michele Iorio, oggi consigliere regionale. Iorio e una decina di suoi collaboratori sono stati assolti. Percopo è stato ritenuto colpevole. «In queste condizioni mi chiedo: chi avrei dovuto favorire?», dice Percopo: che aspetta di leggere le motivazioni della sentenza ma annuncia che farà appello.
Alle due condanne corrispondono le assoluzioni di tutti gli altri imputati: politici, imprenditori, giornalisti, editori e funzionari pubblici, sia perché una serie di reati sono stati derubricati e quindi sono finiti in prescrizione, sia perché la Corte ha scelto la formula del «fatto non sussiste».

In sostanza il sistema Iorio, che aveva innescato una bufera politica intorno al 2014, evapora dato che il principale imputato viene assolto dall'accusa di concussione.

Dalle motivazioni della sentenza si capirà perché Percopo sarebbe stato invece il concussore in una vicenda processuale in cui Iori risulta assolutamente estraneo.

L'inchiesta fu chiusa nel 2014 e il processo iniziò alla fine del 2016. Si basava sull'attività politica di Michele Iorio, all'epoca presidente della regione Molise, che nella stessa sentenza che condanna Percopo e l'editore Ignazio Annunziata (che si becca 12 anni di reclusione), viene appunto assolto. Tra le persone coinvolte politici, imprenditori, giornalisti, editori e funzionari pubblici. In un unico fascicolo vicende diverse che avevano come legame la figura dell'ex presidente della Regione, Michele Iorio. Erano una quindicina i reati contestati a vario titolo. Corruzione, concussione, abuso d'ufficio, peculato, falsità materiale e ideologica, estorsione, violenza privata bancarotta e ricettazione. Percopo, difeso dall'avvocato Giuseppe Fazio, dunque presenterà appello.

«Avevo ricevuto una telefonata di Iorio - dice Percopo - quando ero manager dell'azienda sanitaria unica molisana. Mi chiedeva di sentire questo editore Ignazio Annunziata, una persona molto chiacchierata. L'incontro con lui finì con un mio rifiuto a fare pubblicità per la sua azienda editoriale. Fu invece un imprenditore del settore sanitario che aderì alle richieste di Annunziata».
Antonio Colasante, al vertice di Hospital Service in aula dichiara durante il processo di aver staccato assegni per 14 mila euro a favore di Annunziata, editore con robusti precedenti penali tra l'altro, ma di non sapere nemmeno se la pubblicità pagata fosse mai stata pubblicata. Nell'atto di accusa della procura, invece, si dice che Colasante abbia avuto richiesta diretta da Percopo di corrispondere i fondi in cambio di pubblicità o comunque di attività editoriale che favorissero Iorio, presidente della Regione e politico di Forza Italia.
In realtà tra Colasante e Percopo non c'erano rapporti idilliaci. Colasante aveva perso cinque milioni quando Percopo gli aveva imposto di rivedere una serie di contratti, a detta della Corte dei Conti che indagò su una fornitura di Hospital Service all'azienda sanitaria Molisana.

Il sistema Iorio, come descritto dagli inquirenti, era tentacolare. L'inchiesta principale partì dal contratto tra Molise Acque (la stessa che per altri motivi ritorna nel fallimento Alto Calore) con l'editore Annunziata. Dal filone principale, altre indagini. Quella sulla Protezione Civile, per la locazione dei ponti radio affittati dall'emittente Telemolise per oltre un milione di euro. Un altro capitolo ha riguardato il concorsone per 250 tecnici in Protezione civile: assunzioni in cambio di consenso politico. Tutti assolti. Le accuse di concussione per la pubblicità concordata con incontri ed sms tra Percopo e Annunziata e pagata con bonifici ammessi in aula da chi li aveva ordinati, quindi alla luce del sole, hanno invece resistito fino alla fine. «Le accuse al sistema Iorio sono crollate, non si spiega perché abbiano resistite quelle contro di me», dice con amarezza Percopo.

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