Operatori sanitari no vax: muro di gomma di Asl e Azienda ospedaliera Moscati. Conclusi gli accertamenti sui 48 irpini, tra medici, infermieri e operatori sociosanitari (32 in servizio al Moscati, 16 negli ospedali dell'Asl), è calato il silenzio sui provvedimenti assunti o meno dalle aziende. Infatti, per chi continua a perseverare, rifiutando il vaccino anticovid senza avere una valida motivazione (attestata da una certificazione clinica), potrebbe scattare o la sospensione fino al 31 dicembre (senza retribuzione) o l'assegnazione ad un'altra mansione non a contatto con i pazienti. Ma né il direttore generale dell'Asl, Maria Morgante, né quello del Moscati, Renato Pizzuti, rendono noti gli esiti delle verifiche.
Intanto, le parti sociali prendono posizione.
Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Fp Irpinia-Sannio, e Mario Walter Musto, responsabile sanità pubblica e privata, sono a favore dell'obbligo vaccinale per tutti. Ma sui sanitari premettono: «Parlare di no vax, a prescindere dalle singole posizioni che devono essere ancora vagliate dalle aziende sanitarie, è prematuro. Solo successivamente alla verifica potremo comprendere se realmente e in quale numero si può parlare di popolazione sanitaria non vaccinata per scelta». Quindi spiegano: «La nostra posizione è quella che vaccinarsi è un dovere non un'obbedienza a un principio astratto, perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli. Quindi il vaccino rimane l'unica vera arma che abbiamo e che può portarci fuori dalla pandemia. In virtù di ciò, è responsabilità del Governo e del Parlamento rendere per legge obbligatoria la vaccinazione. Se lo faranno, noi siamo d'accordo». Infine, propongono: «Sarebbe più giusto per l'irrisorio numero di personale sanitario non vaccinato per scelta, prevedere screening ravvicinati che non vadano però a gravare sulla spesa pubblica». Gaetano Venezia, segretario generale della Uil Fpl, sostiene: «Tutto il rispetto per la decisione di non vaccinarsi, ovviamente resta il fatto che trattasi di personale sanitario, purtroppo, a contatto con pazienti che si rivolgono alle strutture pubbliche per le cure del caso. È necessario vaccinarsi tutti per uscire da questa pandemia e riprendere tutte le attività per la cura dei pazienti che per la pandemia ancora non possono ricorrere alle strutture per essere curati. Il mio appello è a coloro che ancora non si sono sottoposti alla vaccinazione e di farlo subito». Come detto sono fatte delle verifiche sugli operatori sanitari irpini in servizio sia al Moscati sia negli altri ospedali della provincia così come nelle altre strutture pubbliche sanitarie. L'Asl di Avellino, a cui spetta l'accertamento, ha inviato ai no vax delle lettere di richiamo. Al ricevimento delle quali sono scattati i 5 giorni di tempo utili a ottemperare all'obbligo vaccinale o a presentare una certificazione medica che esoneri il soggetto. Nonostante il tempo a disposizione per redimersi sia terminato, né Asl né Moscati hanno reso note le decisioni assunte.