Avellino, la voce delle sardine:
«Stop a sovranisti e vecchia politica»

Avellino, la voce delle sardine: «Stop a sovranisti e vecchia politica»
di Edoardo Sirignano
Lunedì 2 Dicembre 2019, 09:20
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Mille «sardine» ad Avellino per dire no alle destre. Nella serata di ieri, in Piazza Garibaldi, si ritrovano giovani, lavoratori, ambientalisti e soprattutto tanta gente comune per far sentire la voce dell'Irpinia «che non si Lega e dice no alla camorra». La manifestazione si apre con l'illuminazione della Torre dell'Orologio, simbolo di Avellino, che nei fatti sancisce l'inizio del flash mob. A seguire, senza palco e sulle scale dell'istituto comprensivo Regina Margherita, con gli interventi degli organizzatori Claudio Petrozzelli, Maria Chiara Nazzaro e Stefano Iannillo, che non passano il microfono sia ai vari politici presenti, molti di meno di quelli annunciati sui social, che ai rappresentanti delle associazioni, proprio per mantenere lo spirito indipendente di quanto organizzato, prende il via il raduno. Vengono alzati i numerosi cartelli realizzati artigianalmente e si diffondono le note di «Bella Ciao», cantata a squarciagola da tutti i partecipanti. A seguire l'Inno di Mameli, che per i manifestanti «non appartiene a Matteo Salvini, ma a tutti gli italiani liberi». Allo stesso tempo, però, si ribadisce come il movimento non si riconosce nell'attuale classe dirigente, con un messaggio chiaro in vista delle prossime regionali.

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«Questa piazza dichiara Maria Chiara Nazzaro non si tapperà il naso quando sarà chiamata alle urne. Non siamo qui per farvi un favore, perché se non ci restituirete la nostra dignità, questo territorio si svuoterà e ancora una volta la responsabilità sarà vostra». Un riferimento, poi, alle vecchie logiche dei partiti: «Stiamo lanciando un appello e un monito a quella classe politica che in tanti anni di clientelismo e intrallazzi, è riuscita solo a svilire il nostro spirito di appartenenza». Tanti i giovani a urlare contro raccomandazioni e mancata applicazione del criterio di meritocrazia. Allo stesso tempo, come ribadisce Stefano Iannillo, «la notevole partecipazione dimostra che esiste una città, che si vuole liberare dal mostro. Non esiste un movimento più politico di questo. Avellino e l'Irpinia finalmente tornano a partecipare». Claudio Petrozzelli, infatti, sottolinea come obiettivo del flash mob nato sul web, è proprio «stimolare i partiti a discutere sui temi. L'antipolitica non serve. Oggi non c'è nessun soggetto politico che parla di ambiente, di fiumi inquinati e di tante altre questioni su cui purtroppo si preferisce tenere la bocca chiusa. L'indifferenza, però, è troppo pericolosa». Il riferimento non a caso è alle ultime indagini della magistratura sul clan Partenio 2.0: «Avellino non è più un'isola felice come qualcuno ci vuol far credere. La camorra, purtroppo, è in questa provincia.

Chiediamo, alla magistratura di liberarci, ma allo stesso tempo a tutti, nessuno escluso, di fare la propria parte per la legalità». La kermesse si chiude con le luci dei cellulari per simboleggiare come Avellino «vuole uscire dal buio e intende valorizzare il suo tesoro più prezioso, le tante persone libere». Antonia De Falco, studentessa, ad esempio, sottolinea come sia necessario dimostrare che «c'è qualcuno pronto a fare, pur non ricevendo nulla in cambio». Il messaggio di uguaglianza certamente è lo slogan predominante in una piazza dove si ritrovano persone di tutte le estrazioni sociali, dove non mancano gli extracomunitari «stanchi dell'odio seminato in Campania dalle destre» e i lavoratori che «non vogliono essere più sfruttati». Gli stessi organizzatori, quindi, ribadiscono come l'evento «è solo un punto di partenza e non di arrivo».. La sfida, dunque, è portare per strada tutti i 6mila utenti della pagina facebook, che in modo trasversale, riesce a essere «un punto di ritrovo per chi crede nel vero cambiamento». Diversi i cartelli, a forma di sardina, che chiedono soprattutto attenzione «verso una terra che ha tanti problemi e che necessita di soluzioni, idee, proposte e contenuti». Una richiesta di aiuto ai giovani attivisti, ad esempio, arriva dagli ambientalisti di Pianodardine e Savignano, spaventati dall'eventuale realizzazione di un biodigestore. Tante le sfide, quindi, per il nuovo movimento nato in città e per una piazza, dove ci sono pochi iscritti con le tessere o registrati su Rousseau, ma tante persone che preferiscono disertare le urne.
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