Scuola ad Avellino, Festa si arrende:
«Troppi pericoli, si riapre a gennaio»

Scuola ad Avellino, Festa si arrende: «Troppi pericoli, si riapre a gennaio»
di Flavio Coppola
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 22 Marzo, 16:12
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Banchi vuoti e campanelle silenziate fino a gennaio. Avellino dice ancora una volta no alla riapertura delle scuole. In un crescendo di suspense, alimentato dal sindaco, Gianluca Festa, che solo ieri a precedente ordinanza abbondantemente scaduta ha rivelato la sua decisione, ecco un responso che divide. Criticato da diversi genitori per una comunicazione ritenuta tardiva, Festa ammette che la scelta «non è stata facile» e che ha deciso «a malincuore». Il primo cittadino, che ancora una volta si pone su una sponda opposta a quella del governatore, Vincenzo De Luca, parla attraverso la sua pagina «Facebook». 

Non prima di aver sondato gli umori contrastanti dei cittadini, in un precedente post di auguri sul social network. È dunque impossibile porgli domande: «Pur sapendo che ci sarà comunque una parte di città che non sarà d'accordo, la scelta che reputo più giusta è tenere le scuole chiuse, sia l'infanzia che la prima e la seconda elementare».

«Da padre e da sindaco - afferma Festa - non ritengo ci siano le condizioni per riaprirle».

Le condizioni a cui la fascia tricolore fa esplicito riferimento riguardano i dati sul contagio. Nonostante la Campania sia diventata da 3 giorni «Zona arancione», l'indice Rt certificato da Governo e Regione sia inferiore a 1, e i dati del bollettino giornaliero Asl sui positivi ad Avellino, da una settimana a questa parte, siano in evidente calo, al sindaco risulta un «aumento dei positivi sui tamponi effettuati». «Rispetto allo screening in corso su famiglie e personale scolastico premette - non sono in possesso di numeri che, in maniera consistente e valida, mi possano dare una certezza per motivare una scelta in una direzione specifica. Ma, due settimane fa, quando mostrammo anche un grafico ricorda avevamo avuto una diminuzione abbastanza consistente, ed eravamo arrivati a circa il 6 per cento dei positivi sui tamponi effettuati. Nelle ultime 2 settimane, invece, c'è stato un aumento. I dati che mi vengono forniti dall' Asl - aggiunge - non mi consegnano una diminuzione delle percentuali. Anzi, c'è stata anche una piccola risalita e siamo all'8-10 per cento negli ultimi 15 giorni».

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Numeri, quelli riportati dal sindaco, che sembrano stridere con il calo verticale di positivi che proprio l'Azienda sanitaria ha certificato, segnatamente, negli ultimi 5 giorni, dal 4 all' 8 dicembre, in città. Ma la fascia tricolore aggiunge pure che, «dal punto di vista dei casi, abbiamo un numero che è leggermente aumentato». Il sindaco fa palesemente confusione, però, quando afferma che «anche rispetto allo screening che stiamo effettuando noi come amministrazione comunale, di fatto, ci manteniamo intorno al 10 per cento dei casi positivi sui tamponi effettuati». Qui, per la verità, c'è uno zero di troppo. Su circa 1.100 tamponi rapidi antigenici somministrati sinora con l'Ordine dei medici, infatti, i positivi, confermati con tampone molecolare, sono 10. Quindi, la percentuale è dell'1 per cento e non del 10. Al di là dei numeri, Festa è consapevole che la città è spaccata. E sottolinea: «No alla divisione tra due tifoserie. Qui decidiamo tra la vicenda fondamentale dell'istruzione dei nostri figli e la salute». Rispetto alle numerose critiche per i ritardi con cui ha informato gli avellinesi, poi, glissa: «Non è questo il punto». Ma si mostra profondamente dispiaciuto per il fatto che i piccoli alunni dovranno proseguire con la didattica a distanza: «Ho toccato con mano il disagio dei bimbi più piccoli e in particolare di una bambina. In alcuni contesti evidenzia - ci sono problemi di linea o di assenza di un computer. Rispetto all'ordinanza regionale, che teoricamente apre le scuole, non mi sottraggo all'onere della scelta. Ma l'obiettivo è riaprire a gennaio». Infatti, l'ordinanza uscita intorno alle 17 di ieri tiene i plessi chiusi fino al 22 dicembre (compreso). Se il Governo non ha mai chiuso le scuole e la Regione le ha aperte parzialmente da diverse settimane, Avellino non si sente all'altezza del compito.

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