Scuole senza presidi, in Alta Irpinia
scoppia la rivolta dei sindaci

Scuole senza presidi, in Alta Irpinia scoppia la rivolta dei sindaci
Martedì 13 Settembre 2022, 09:03
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Su 25 comuni altirpini ben 16 fanno registrare la presenza di dirigenti reggenti a capo degli istituti scolastici locali. La problematica, che riguarda comunque tutta la Provincia, nel cuore delle aree interne diventa clamorosa e crea disagio. Ma difficoltà si paventano anche in altre zone come nello stesso capoluogo, dove sono numerose le presidenze che non hanno un titolare.

E così, la protesta partita dal comprensorio ieri mattina è arrivata davanti al Provveditorato agli Studi di Avellino. A farsene portavoce il sindaco di Lioni, Yuri Gioino, insieme al vicesindaco di Montella Anna Dello Buono e alla fascia tricolore di Aquilonia, nonché presidente del Progetto Pilota, Giancarlo De Vito.
L'obiettivo era portare la questione all'attenzione del funzionario dell'Ufficio scolastico regionale, Fabrizio Perrella, che svolge temporaneamente le funzioni di provveditore, ma quest'ultimo, impegnato a Napoli, li incontrerà nei prossimi giorni.

Del resto anche lui è un reggente che deve dividersi tra sedi diverse. Una situazione emblematica per la scuola irpina che necessita, oltre che di altri docenti e bidelli, di molti presidi.

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«Una scuola con la reggenza è una scuola che non programma afferma Iovino - e una scuola che non programma muore. Chiediamo risposte rispetto ad un problema che non ha solo Lioni. Su 25 comuni dell'Alta Irpinia 16 fanno registrare reggenze: questo non è assolutamente accettabile. Anche perché c'è il paradosso dei dirigenti irpini che sono fuori regione e non possono rientrare. Abbiamo anche scritto alla Regione e al ministro Bianchi. Vogliamo capire se c'è davvero l'intenzione di investire nella scuola oppure no. Naturalmente per l'Alta Irpinia questo problema si aggiunge a molti altri, in primis a quello relativo alla sanità. Sulla scuola, però, non possiamo fare passi indietro. La nostra battaglia continuerà fino a quando non avremo delle garanzie. Speriamo arrivino nel più breve tempo possibile».


E poi aggiunge: «Stiamo predisponendo un ulteriore documento con le organizzazioni sindacali per cercare di capire quali sono le prospettive. Al momento il Mef ha bloccato le graduatorie dei dirigenti ma se è per un risparmio questo non si concretizza: il reggente va comunque pagato. Occorrerebbe mettere in atto una politica di buon senso e trovare percorsi giusti».


Presenti anche i riferimenti di Cgil, Cisl e Uil che sostengono la protesta. «Per quanto ci riguarda dice Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil Avellino - la Scuola sta avendo lo stesso identico problema che registriamo in Sanità. Si guarda solo al budget ma non si pensa, invece, che l'istruzione è cultura e, quindi, uno strumento formativo per provare a ridurre le disuguaglianze. Da anni chiediamo che ci sia un'attenzione particolare per migliorare le condizioni delle scuole nelle Aree Interne, partendo proprio dai dirigenti. Un'istanza finora inascoltata che rilanciamo al futuro Governo, affinché per le prossime annualità si preveda un'intermobilità regionale e uno stanziamento ad hoc per mantenere vivi gli istituti dell'Alta Irpinia».
Grande disapprovazione per la situazione attuale è stata espressa anche da Tonino D'Oria della Uil Scuola: «Le reggenze costituiscono una criticità notevole per la scuola irpina.Un fatto negativo sotto l'aspetto didattico e dal punto di vista della realtà sociale dei nostri comuni. Inoltre rappresentano un indebolimento dell'offerta formativa. Già un mese fa abbiamo inoltrato un documento unitario alla Direzione scolastica regionale e al Ministero». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Salvatore Bonavita della Cisl Scuola: «Il Ministero dell'Istruzione in prima battuta aveva acconsentito ad allargare le maglie per l'immissione in ruolo dei nuovi vincitori di concorso ma il Mef, facendo esclusivamente dei calcoli ragionieristici, ha congelato le procedure. Chi è in graduatoria è un docente e prende lo stipendio, è vero che per l'incarico guadagnerebbe di più ma alla fine rispetto ad una reggenza lo scostamento non giustifica la scelta».
 

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