Superiori chiuse ad Avellino,
​il Codacons chiama premier Draghi

Superiori chiuse ad Avellino, il Codacons chiama premier Draghi
di Alessandro Calabrese
Domenica 16 Maggio 2021, 11:04 - Ultimo agg. 17 Maggio, 19:22
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Dopo la denuncia alla Procura della Repubblica e la richiesta di intervento al prefetto, abbiamo scritto al premier Draghi, sottoponendogli la situazione, illegittima sotto tutti i punti di vista: ad Avellino non ci sono tanti contagi da tenere chiuse le scuole superiori. La decisione del sindaco Gianluca Festa di reiterare l'ordinanza di prolungamento della Dad negli istituti secondari di secondo grado, scatena la reazione del Codacons e del suo portavoce, l'avvocato Matteo Marchetti.

Il capoluogo irpino - ribadisce - rappresenta un caso unico addirittura in Europa per la mancata riapertura delle superiori in presenza, in disprezzo di tutte le norme e i provvedimenti governativi, oltre che di tutti i dati sanitari. Il primo cittadino, contravvenendo alle indicazioni prefettizie, senza comunicare i numeri sui contagi, ed essendo il suo comune in zona gialla da settimane, non permette il rientro in classe. A questo punto è giusto avvertire il Governo, evidentemente non sono bastate le denunce.

Occorrono dei provvedimenti urgenti. Si acuisce, dunque, lo scontro tra la fascia tricolore avellinese e l'associazione regionale, intenzionata ad andare fino in fondo alla questione. La Prefettura - riferisce Marchetti - ha risposto alla nostra richiesta inviandoci una nota dove afferma che più volte gli uffici di Palazzo di Governo si sono rivolti al sindaco, illustrandogli anche i piani predisposti per i trasporti e il ritorno in classe in sicurezza. Purtroppo il prefetto non può intervenire su situazioni legate ad aspetti sanitari. E così si va avanti ad oltranza, senza rispettare norme e dispositivi. L'Irpinia, come il resto della Campania, d'altronde, non è neanche zona rossa e, quindi, non si comprende da dove arriverebbero questi dati così negativi. Perché non li rende pubblici? Una cosa del genere non si era mai vista in Italia. Per il Codacons è importante dare un segnale, anche se si è a fine anno scolastico.


Non si può pensare - aggiunge l'avvocato - di poter fare come si vuole senza conseguenze. Speriamo che Draghi intervenga subito. È vero che già da adesso dobbiamo pensare a settembre ma, intanto, non si può ignorare cosa sta succedendo. Servono azioni determinate. La scuola non è ancora finita, mancano gli ultimi 15 giorni, con compiti e interrogazioni. Poi ci sono gli esami ed è importante per gli studenti avere un confronto con i propri professori. E poi mantenere gli istituti superiori chiusi va contro la legge. Il dpcm in vigore, le sentenze del Tar di Napoli ma anche quella recente della Corte Costituzionale che afferma come in materia di Covid valgono solo i provvedimenti nazionali. Senza contare che il Consiglio di Stato ha confermato quanto stabilito dal Tar del Lazio sui danni psicologici subiti dai ragazzi a causa della didattica a distanza.


C'è poi tutto il discorso dei parametri e dei criteri stabiliti per poter chiudere le scuole all'attività in presenza. Adesso - conclude Marchetti - ci sono paletti precisi. I sindaci devono dimostrare con i fatti che ci sono pericoli concreti. Di fronte a una curva pandemica importante nessun potrebbe obiettare qualcosa ma il video messaggio pubblicato da Festa si commenta da sé. Strano che la Procura non lo abbia ancora indagato per interruzione di pubblico servizio. La Dad supplisce solo in parte alla mancanza di un contatto diretto e alla possibilità di effettuare le lezioni in presenza. Non è d'accordo sulla disamina del riferimento del Codacons l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Avellino, Geppino Giacobbe: Siamo circa al 9 per cento in quanto a tasso di positività da Covid-19, circa il doppio di quello medio campano. I contagi ci sono, non dobbiamo nasconderci e non possiamo acuire una situazione di rischio su una popolazione giovanile non vaccinata. Senza dimenticare che la somministrazione della seconda dose sul personale scolastico è appena cominciata. Anche docenti, amministrativi e collaboratori, insomma, non sono completamente garantiti. Giacobbe sottolinea anche cosa accade quotidianamente negli altri plessi cittadini del primo ciclo. Ogni giorno - dice - si chiude qualche classe perché c'è un alunno o un insegnante positivi.

La stessa classe viene messa in isolamento e si prosegue in Dad. Rispetto alle superiori, però, le cose si complicano perché arriverebbero con gli autobus in città circa 3000 studenti provenienti dalla provincia, ai quali si aggiungerebbero gli oltre 1200 di quota locale, sempre per il discorso degli ingressi al 50 per cento. Perché rischiare di far portare il virus all'interno di altre famiglie, dove magari c'è un soggetto fragile. Potremmo essere anche l'unico capoluogo a tenere le superiori chiuse ma ciò non toglie che il virus circola ad Avellino, ci 

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