Sembrava che dormisse: invece
si era uccisa col revolver del padre

Sembrava che dormisse: invece si era uccisa col revolver del padre
di Bianca Bianco
Giovedì 7 Febbraio 2019, 10:50 - Ultimo agg. 18:33
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Sembrava dormisse, Mena. Il corpo adagiato sul letto della sua camera avvolta in un silenzio irreale. Una scena che celava invece una tragedia ai più inspiegabile. Ieri pomeriggio via Pirandello, a Baiano, è stata scossa da una notizia cui molti stentavano a credere. Filomena Napolitano, 33 anni, cameriera in una nota pasticceria di Avella, una ragazza conosciuta e ben voluta non solo a Baiano, si è sparata un colpo in pieno petto con la pistola del padre, ex guardia giurata.

Un solo colpo fatale, per lei non c'è stato nulla da fare. Stando a quanto emerso la giovane, che era reduce dalla fine di una storia d'amore che si era trascinata nel tempo, ha compiuto l'insano gesto nel silenzio della propria camera da letto utilizzando l'arma del genitore. Si sarebbe suicidata nel pomeriggio, intorno alle 17; il fratello ha trovato il corpo senza vita della ragazza: era distesa sul letto come in un sonno profondo. Ma le tracce del dramma che si era appena consumato erano evidenti e scioccanti. Inutile l'arrivo dell'ambulanza nella piccola traversa poco distante dal centro del paese, un quartiere riparato e tranquillo ora sconvolto dall'accaduto. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Baiano cui è spettato effettuare i primi necessari rilievi cristallizzando la scena in cui era avvenuta la tragedia e raccogliendo ogni elemento utile a dissipare ogni minimo dubbio investigativo.

La dinamica e le ragioni di quanto avvenuto, però, sono apparse subito chiare: Mena si è tolta la vita forse al culmine di un periodo personale difficile, segnato da problemi sentimentali e chissà da quale altro dolore o ansia che l'hanno travolta e ne hanno fagocitato ogni speranza e voglia di andare avanti. Nel corso della serata sono state ascoltate diverse persone, tra le quali i familiari, per comporre e mettere insieme ogni tassello del tragico mosaico di una fine che ha lasciato sotto choc l'intera comunità mandamentale. In molti, quando la notizia della morte di Mena è diventata di dominio pubblico, hanno rivolto un ricordo a quella ragazza tranquilla e senza grilli per la testa che aveva lavorato anche in altri locali della zona. Tanti conoscevano Mena, qualcuno sapeva anche del periodo difficile che stava attraversando. Addolorato per quanto accaduto anche il sindaco di Baiano Enrico Montanaro che proprio ieri aveva incrociato Mena nella pasticceria in cui lavorava: «Una brava ragazza - ricorda -; la conoscevo e sono molto legato ai suoi fratelli. L'ho vista come sempre dietro al bancone, forse un po' provata, sicuramente molto dimagrita ma non avrei mai immaginato che poteva arrivare a tanto. Per la nostra piccola comunità è un dolore grandissimo, una perdita cui non ci si può rassegnare». Sul suo profilo Facebook qualche riferimento ad un amore tormentato, aforismi e frasi che forse utilizzava per farsi forza, ma anche tante bellissime foto in cui era sorridente, radiosa, gli occhi azzurri sereni. «Ciao, mi chiamo speranza- scriveva qualche tempo fa sulla bacheca che oggi sembra l'unica testimone del suo reale stato d'animo -; pensi di avermi persa? No, non farlo Abbi solo fiducia in te stessa e mi ritroverai».
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