Sidigas, l'altolà del tribunale di Avellino: «Le quote restano vincolate»

Il tribunale di Avellino
Il tribunale di Avellino
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 14 Aprile 2023, 08:40
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Sidigas, rigettato l'appello cautelare. Le quote restano vincolate. I legali di Gianandrea De Cesare, gli avvocati Claudio Mauriello e Massimiliano Moscariello, avevano chiesto il dissequestro temporaneo delle quote societarie, facendo rimanere sotto sequestro - a garanzia dello Stato i beni personali dell'ex patron dell'Avellino Calcio. Richiesta avanzata al tribunale di Avellino, sezione reale presieduto dai giudici Giampiero Scarlato, a latere Lorenzo Corona e Giulio Argenio che ha sciolto la riserva rigettando le richieste, nonostante la procura avesse espresso parere favorevole alla riduzione del sequestro preventivo.
Intanto i due legali di De Cesare attendono di leggere le motivazioni della sentenza di rigetto per presentare ricorso in Cassazione. Richiesta di dissequestro che avrebbe legittimato De Cesare a revisionare il monte debitorio e non solo. A differenza dell'amministratore giudiziario, De Cesare avrebbe avuto la possibilità di recuperare risorse terze esogene per poter sdebitare il gruppo e dare il via al piano di rientro, approvato lo scorso 7 marzo, dopo l'ammissione al concordato preventivo in bianco. Ad avviso dei legali di De Cesare il monte debiti del gruppo Sidigas è nettamente inferiore a quello paventato dall'amministrazione giudiziaria guidata da Francesco Baldassarre (revocato) e Dario Scalella (al quale è stato affidato un mandato temporaneo di supporto alla società per favorire il piano di risanamento) - sostituita nell'ottobre del 2022, per gravi ipotesi di reato ed iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero De Simone.


Infatti l'Arera ha recentemente riconosciuto alla Sidigas un credito di diversi milioni di euro e in secondo luogo i debiti per l'iva non versata (relativa all'anno 2014) sono stati prescritti. Ricordiamo che Scalella e Baldassare sono stati rimossi dopo l'invio degli atti dal pubblico ministero di Napoli, Danilo De Simone, al pubblico ministero del tribunale di Avellino «a seguito di un collegamento investigativo ed accertamenti che suggeriscono l'opportunità di una sostituzione del custode giudiziario». I due sono accusati a vario titolo di concussione reiterata, peculato e abuso d'ufficio in concorso, dopo due denunce presentate sul loro operato dai legali nominati da De Cesare. Ragioni che lo stesso magistrato condivide integralmente. Revoche e mancate conferme alla scadenza del mandato determinate da alcune denunce presentate dai legali di Gianandrea De Cesare (difeso dagli avvocati Luigi Tuccillo e Claudio Mauriello) e Bruno Del Vecchio (difeso dall'avvocato Massimiliano Moscariello) per il compenso percepito dall'amministratore della società Dario Scalella, circa 1 milione di euro annuo e la svendita dei beni della società. Dunque al centro dell'indagine aperta inizialmente a Roma e coordinata dal pubblico ministero Spinelli e successivamente trasmessa a Napoli - è finito l'utilizzo improprio dei fondi Sidigas, nonché l'auto-assegnazione di stipendi e benefit ritenuti onerosi. Dai legali di De Cesare è stata contestata la cattiva gestione dell'azienda da parte del custode giudiziario e dell'amministratore che avrebbero dovuto custodire e non svendere come a loro dire sembra sia accaduto per l'elicottero e per la squadra di Calcio. Le indagini hanno inoltre evidenziato una serie di illeciti, a loro avviso compiuti da Baldassarre e Scalella sui beni e il patrimonio della società partenopea di distribuzione di gas naturale.
 

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