Smog di Capodanno, l'alta pressione scatena le polveri

Su 34 stazioni di monitoraggio in tutta la Campania, ben 30 hanno restituito sforamenti

Le centraline
Le centraline
di Rossella Fierro
Venerdì 6 Gennaio 2023, 10:16 - Ultimo agg. 10:17
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Un inizio anno pessimo per la qualità dell'aria. Complice la combinazione tra condizioni meteorologiche caratterizzate da forte stabilità atmosferica e la mancata osservanza delle ordinanze del sindaco Festa, i divieti di roghi agricoli fino a giugno e di utilizzo di petardi e botti per festeggiare l'arrivo del 2023, le centraline Arpac e quelle della Rete Aura hanno registrato, seppure con dati differenti, superamenti di emissioni di polveri sottili e ultrasottili.
Risultato che, evidentemente, evidenzia la necessità di adottare misure antismog non solo più efficaci e magari condivise con altri comuni, ma anche più controllabili. L'ultimo bollettino pubblicato dall'Arpac, relativo al primo al 1° gennaio, conferma il quadro di generalizzati superamenti: su 34 stazioni di monitoraggio in tutta la Campania, ben 30 hanno restituito sforamenti oltre la soglia di 50 microgrammi per metrocubo d'aria, tollerabili, secondo legge, per un massimo di 35 volte all'anno. Superamenti registrati anche dalla centralina Arpac di via Piave, mentre quella di via Colombo risulta in manutenzione.

«Anche i botti di Capodanno hanno inciso sulla concentrazione di polveri sottili: tra l'una e le due del 1° gennaio, il dato orario di Avellino si è collocato su valori alti nell'ordine dei duecento microgrammi per metrocubo - spiega Giuseppe Onorati, dirigente tecnico Arpac - A Napoli, volendo fare un paragone con le dovute proporzioni, nella stessa fascia oraria si è registrato un picco di oltre 3mila microgrammi.

Poi le polveri prodotte dai botti si sono disperse. Il dato che conta di più, invece, è quello meteorologico. Siamo ancora in fase di alta pressione e, per effetto dell'inversione termica notturna, a valle resta l'aria più densa e, quindi, l'inquinamento causato da fenomeni umani, uno su tutto l'utilizzo di riscaldamenti a biomasse. La situazione sarà così fino al 7 gennaio, poi è previsto un drastico cambiamento meteorologico e, dunque, rientreremo nei limiti». Sforamenti censiti anche dalle centraline della Rete Aura, ma con livelli ancora più preoccupanti.

Stando al sistema di monitoraggio promosso da cittadini e associazioni e coordinato dall'Osservatorio meteorologico di Montevergine, la prima giornata del 2023 ha fatto registrare, nell'avellinese, un notevole inquinamento atmosferico. Il dito è puntato, anche in questo caso, alla combo nefasta tra aria stagnante e botti sparati in barba a qualsiasi divieto. Nella prima mezzora del 2023, la concentrazione media su 10 minuti di Pm10 ha raggiunto un picco di 762 microgrammi su metro cubo. Tra la mezzanotte e l'una, in più di una località della Valle del Sabato e del montorese, i valori istantanei di Pm10 hanno raggiunto valori di 800-1000 microgrammi su metro cubo. Dopo un miglioramento nelle giornate del 2 e 3 gennaio, dovuto anche ad una maggiore ventilazione, la qualità dell'aria, nella serata del 4 gennaio, è nuovamente peggiorata, facendo registrare dalle centraline Aura di Avellino valori di Pm10 prossimi ai 150 microgrammi su metro cubo. «Vista la totale assenza di iniziative istituzionali adeguate, la qualità dell'aria ormai dipende, nel bene e nel male, dalle condizioni meteo - denuncia Franco Mazza, di Salviamo la Valle del Sabato - L'inizio del 2023 richiama tutti all'obbligo politico e morale di intraprendere azioni immediate, con efficacia a breve e lungo termine, su tutte le fonti di emissione, dai riscaldamenti, alle industrie, ai trasporti, all'agricoltura. Solo così si può mitigare l'inquinamento ed evitare morti premature causate dall'aria avvelenata».

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