Smog in Valle del Sabato,
l'Onu cerca le «prove»

Smog in Valle del Sabato, l'Onu cerca le «prove»
di Gianni Colucci
Venerdì 1 Ottobre 2021, 08:49 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 07:32
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«Volete una commissione d'inchiesta, volete uno studio specifico sul territorio, uno screening? Cosa volete che chiediamo alle autorità, al governo italiano?».

Il docente dell'università di Hong Kong Surya Deva, presidente del gruppo di lavoro delle Nazioni unite in materia di imprese e diritti umani, in visita ieri ad Avellino, ascolta con attenzione i rappresentati delle associazioni ambientaliste, i sindacalisti, i rappresentanti della curia (in particolare don Vitaliano della Sala). Poi spiega che il suo compito è raccogliere dati e proporre appelli e risoluzioni ai governi. Ma si rende anche disponibile ad affiancare il grido di allarme dei territori che da anni si alza sull'inquinamento della Valle del Sabato. Intanto raccoglie documenti dossier, informazioni di prima mano. Quelle informazioni che ieri gli sono state fornite (era presente l'intera delegazione Onu composta da giuristi ed esperti di materie ambientali di diversi università internazionali) anche dal sindaco di Avellino Gianluca Festa e dal procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma.

Al circolo della stampa ieri pomeriggio la prima tapa della visita della delegazione.

A parlare con dati concreti, slide, dossier, i movimenti ambientalisti e di cittadini che da anni sono mobilitati sul tema dell'inquinamento ambientale nella valle del Sabato.

Toccante la testimonianza di Annamaria Candelmo, in rappresentanza degli ex operai dell'Isochimica, ci sono state le morti che si trascinano ancora oggi. Ed è stato proprio Deva a interessarsi alla vicenda dell'Isochimica, la cui bonifica non è ancora conclusa, chiedendo ulteriori informazioni sulla fabbrica dei veleni.

Anche Ranieri Popoli è intervenuto in rappresentanza dell'associazione Movimenti Locali Tufo che ha parlato della presenza di lavorazioni inquinanti nell'area del Greco di Tufo che andrebbe protetta. Dello stesso tenore l'intervento di Mario Barbarisi dell'associazione Laudato Si e di Francesco Graziano dell'associazione Salviamo la Valle del Sabato che ha ricostruito decenni di battaglie ma anche di sversamenti nocivi nel fiume ed emissioni in atmosfera, ha ricostruito le vicende di Isochimica e Novolegno, e i disastrosi incendi a diverse aziende dell'agglomerato industriale.

Ha poi aggiunto: «La nostra città la settima per presenza di polveri sottili in atmosfera a livello nazionale e la prima in Italia ad esclusione della Pianura Padana». Aiutandosi con Google Maps ha poi mostrato qual è la particolare situazione della valle in cui ristagnano i prodotti della combustione e le emissioni industriali. Sentito anche il ringraziamento di Franco mazza, storico ambientalista e animatore anche di Medici per l'Ambiente.

A seguire visita a palazzo di città e a palazzo di giustizia dove i rappresentanti delle Nazioni unite hanno colloquiato con il sindaco Festa (non sempre a suo agio sulla tematica ambientale, come nel caso della polemica sul malfunzionamento delle centraline che rilevano il Pm10) e il procuratore Airoma

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E proprio da Airoma titolare dell'inchiesta sull'inquinamento nella Valle si è discusso anche dei dati Spes (lo studio dell'Istituto zooprofilattico sperimentale) che ha alzato il velo sulle alt concentrazioni di inquinanti nel sangue e nelle urine dei volontari residenti in Valle del Sabato sottoposti a test.

«Siamo stati invitati dal governo italiano a effettuare questa visita per conoscere il rapporto tra il diritto al lavoro e le questioni ambientali - ha spiegato il capo delegazione Surya Deva- . Elaboreremo delle raccomandazioni per il governo italiano che il 6 ottobre renderemo note. Abbiamo ricevuto informazioni su tematiche di nostro interesse e veniamo qui per confrontarci con il territorio a mente aperta. Siamo esperti indipendenti e non svolgiamo un'attività di investigazione non abbiamo la forza di fare nostre analisi. Possiamo solo fornire raccomandazioni utili a proteggere la popolazione e l'ambiente. Queste nostre raccomandazioni sono comunicate ai governi e a chi opera come imprenditore. Sono loro che devono decidere cosa fare. Non possiamo agire in autonomia; ma parlare con i residenti e i portatori di interesse e le imprese, rafforza il nostro grado di conoscenza del fenomeno».

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