«Sostegno agli ucraini, un bando
per trovare subito abitazioni libere»

«Sostegno agli ucraini, un bando per trovare subito abitazioni libere»
di Flavio Coppola
Venerdì 11 Marzo 2022, 07:20 - Ultimo agg. 21:40
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Il Consiglio comunale stabilisce il quartier generale per l'organizzazione degli aiuti alla popolazione ucraina. La struttura proposta dal sindaco è il centro sociale «Samantha della Porta», già destinata al Polo dei giovani dall'assessore Luongo, che dunque dovrà aspettare ancora. Ma ottiene il sì bipartisan dell'aula, con 20 voti: «Sarà il luogo in cui le associazioni possano gestire tutte le attività dell'emergenza in atto, di concerto con Comune e Prefettura, e il punto di raccolta dei generi di prima necessità, abbigliamento, farmaci e alimenti». - recita il deliberato - In più, l'assise dà mandato all'amministrazione di pubblicare «una manifestazione di interesse al fine di reperire strutture o alloggi per accogliere i civili in fuga dalla guerra». Tutti impegni elencati, poco prima del voto, da Festa in un intervento che ha concluso due ore di dibattito sull'emergenza umanitaria in Ucraina. Il sindaco di Avellino ritiene che «rispetto alla bramosia di gestione economica della Russia, non ci può essere che una forte opposizione e una grande solidarietà».

E allora il Comune può e deve fare la sua parte: «Offriamo la nostra piena collaborazione, mettendo a disposizione dice il Centro sociale «Samantha della Porta», quale luogo fisico per contribuire all'organizzazione di interventi, raccogliere fondi e beni, e pure inviarli». Ma non solo. «Ci sarà anche la necessità riflette di organizzare l'accoglienza». Per un comune che ha 400 famiglie in attesa di un alloggio pubblico e una graduatoria che non scorre mai, ecco l'idea: «Pubblicheremo un bando per reperire abitazioni libere e gratuite, messe a disposizione da chi vorrà fare del bene. E siccome in città ci può essere qualche difficoltà continua - immaginiamo di farlo sulla base dell' Area vasta». Dunque, case private.

Il «Samantha della Porta», per la verità, viene concepito come una «soluzione provvisoria», ma Festa sa bene che «questa sarà una guerra lunga, perché la strategia di una conquista lampo da parte della Russia non aveva previsto la reazione degli ucraini». I profughi arrivano a frotte, e lo stesso sindaco comunica i nuovi approdi: «Ne abbiamo altri 50, che si aggiungono a quelli che già la Caritas sta ospitando e agli altri che hanno trovato asilo presso parenti e amici». Così il Comune pensa è sempre Festa a parlare - «ad un luogo da offrire anche per questo». Ma l'edificio resta oscuro. Infine, gli investimenti. La fascia tricolore non li esclude, anzi li annuncia: «Con il supporto dell'intera assise, al netto del pre-dissesto, faremo la nostra parte anche economicamente, investendo somme». - si impegna - Tutti d'accordo, si vota insieme. Nel dibattito, introdotto dal proponente della seduta, Carmine Di Sapio, l'assise ha espresso massima solidarietà agli ucraini. La consigliera di opposizione, Alessandra Iannuzzi, ha posto in risalto proprio l'emergenza profughi: «In Italia ne arrivano 3.000 ogni 24 ore.

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Il Comune può offrire spazi e accoglienza, non perda l'occasione». In apertura, largo alle associazioni e agli ordini professionali. Collegata da Kiev, Rossana Bybliv, dell'associazione «Ucrainirpini», ha riportato una toccante testimonianza, salutando con favore l'apertura del Comune: «Siamo pronti a ricevere qualsiasi tipo di sostegno e daremo la massima collaborazione». Francesco Sellitto, presidente dell'Ordine dei medici di Avellino, ritiene che «la cosa più importante, sul versante sanitario, sia pungolare l'Asl, visto che l'afflusso dei profughi è già cominciato». «Dovranno ricevere il vaccino antiCovid - avverte - ed ottenere le tessere sanitarie provvisorie. Altrimenti la nostra iniziativa sarà vanificata». Stefano Iandiori, dell'Arci, ricorda come «il popolo irpino, che ha vissuto il dramma del terremoto, sia capace di dare il massimo in questi momenti». Guido D'Avanzo, numero uno della «Misericordia» di Avellino, si fa promotore di un intervento improntato a forte concretezza: «Noi siamo in prima linea e stiamo già raccogliendo beni e aiuti. Servono vestiti. Ma chiediamo a tutti di portare anche un solo capo, purchè nuovo. Non possiamo inviare all'estero capi usati.Per i farmaci, invece, stiamo avendo ottime risposte e ci stiamo servendo delle vie istituzionali per ogni invio. Insomma, ci siamo».

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