Il Consiglio comunale stabilisce il quartier generale per l'organizzazione degli aiuti alla popolazione ucraina. La struttura proposta dal sindaco è il centro sociale «Samantha della Porta», già destinata al Polo dei giovani dall'assessore Luongo, che dunque dovrà aspettare ancora. Ma ottiene il sì bipartisan dell'aula, con 20 voti: «Sarà il luogo in cui le associazioni possano gestire tutte le attività dell'emergenza in atto, di concerto con Comune e Prefettura, e il punto di raccolta dei generi di prima necessità, abbigliamento, farmaci e alimenti». - recita il deliberato - In più, l'assise dà mandato all'amministrazione di pubblicare «una manifestazione di interesse al fine di reperire strutture o alloggi per accogliere i civili in fuga dalla guerra». Tutti impegni elencati, poco prima del voto, da Festa in un intervento che ha concluso due ore di dibattito sull'emergenza umanitaria in Ucraina. Il sindaco di Avellino ritiene che «rispetto alla bramosia di gestione economica della Russia, non ci può essere che una forte opposizione e una grande solidarietà».
E allora il Comune può e deve fare la sua parte: «Offriamo la nostra piena collaborazione, mettendo a disposizione dice il Centro sociale «Samantha della Porta», quale luogo fisico per contribuire all'organizzazione di interventi, raccogliere fondi e beni, e pure inviarli». Ma non solo. «Ci sarà anche la necessità riflette di organizzare l'accoglienza». Per un comune che ha 400 famiglie in attesa di un alloggio pubblico e una graduatoria che non scorre mai, ecco l'idea: «Pubblicheremo un bando per reperire abitazioni libere e gratuite, messe a disposizione da chi vorrà fare del bene. E siccome in città ci può essere qualche difficoltà continua - immaginiamo di farlo sulla base dell' Area vasta». Dunque, case private.
Il Comune può offrire spazi e accoglienza, non perda l'occasione». In apertura, largo alle associazioni e agli ordini professionali. Collegata da Kiev, Rossana Bybliv, dell'associazione «Ucrainirpini», ha riportato una toccante testimonianza, salutando con favore l'apertura del Comune: «Siamo pronti a ricevere qualsiasi tipo di sostegno e daremo la massima collaborazione». Francesco Sellitto, presidente dell'Ordine dei medici di Avellino, ritiene che «la cosa più importante, sul versante sanitario, sia pungolare l'Asl, visto che l'afflusso dei profughi è già cominciato». «Dovranno ricevere il vaccino antiCovid - avverte - ed ottenere le tessere sanitarie provvisorie. Altrimenti la nostra iniziativa sarà vanificata». Stefano Iandiori, dell'Arci, ricorda come «il popolo irpino, che ha vissuto il dramma del terremoto, sia capace di dare il massimo in questi momenti». Guido D'Avanzo, numero uno della «Misericordia» di Avellino, si fa promotore di un intervento improntato a forte concretezza: «Noi siamo in prima linea e stiamo già raccogliendo beni e aiuti. Servono vestiti. Ma chiediamo a tutti di portare anche un solo capo, purchè nuovo. Non possiamo inviare all'estero capi usati.Per i farmaci, invece, stiamo avendo ottime risposte e ci stiamo servendo delle vie istituzionali per ogni invio. Insomma, ci siamo».