Spuntano altri medici no-vax:
il Moscati ne sospende due

Spuntano altri medici no-vax: il Moscati ne sospende due
di Antonello Plati
Venerdì 8 Ottobre 2021, 08:50 - Ultimo agg. 18:52
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Colpo di coda per i no vax. Due medici dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino sono stati sospesi dal servizio perché non hanno fatto il vaccino contro il Covid-19. Per i camici bianchi, dunque, stipendio azzerato fino alle fine dell'anno. Dopodiché non è da escludere un nuovo giro di vite con un'estensione temporale del provvedimento disciplinare nel caso il governo nazionale dovesse decidere di prorogare lo stato di emergenza.
Quando si attendeva solo il responso, da Napoli (dove è istituita un'apposita commissione), sui liberi professionisti, i medici di famiglia e gli operatori delle cliniche private, l'Azienda Moscati ha aggiornato (ieri nel tardo pomeriggio) il conto dei no vax che lavorano nelle strutture pubbliche della provincia di Avellino. Smentendo quanto affermato sia dalla manager dell'Asl di Avellino, Maria Morgante, sia dal numero di Contrada Amoretta, Renato Pizzuti. I due, infatti, nel corso di un evento pubblico a fine settembre avevano assicurato che gli operatori sanitari non vaccinati erano soltanto i tre (due in servizio all'Asl, l'altro al Moscati) scovati in un primo momento dalla commissione coordinata dell'ente di via Degli Imbimbo.

Invece, come anticipato dal Mattino il 22 settembre scorso, la lista degli irriducibili è molto più lunga. L'altro giorno, altre due sospensioni di irpini, un infermiere e un fisioterapista, sono state fatte dall'Azienda ospedaliera universitaria Ruggi D'Aragona di Salerno. Mentre anche l'altro operatore dell'Asl di Avellino ha seguito l'esempio del collega che la settimana scorsa aveva fatto la prima dose del siero anticovid, circostanza che ha consentito ad entrambi, così come previsto dalla normativa, l'immediata riammissione in servizio. Al netto di ciò, sono tre i no vax irpini: tutti del Moscati, i due medici sospesi ieri e un'infermiera del pronto soccorso sollevata dall'incarico a fine settembre. Ma la lista, come detto, dovrebbe allungarsi. Già nelle prossime ore potrebbero emergere altri particolari di una vicenda che sin dall'inizio è stata connotata dal preoccupante (e ingiustificato) oscurantismo sia da parte della dirigenza dell'Asl sia da parte di quella del Moscati. Infatti, nella delibera sottoscritta ieri dal diggì Renato Pizzuti non è specificato il numero di operatori sanitari sospesi. Si legge, invece, che la direzione generale delibera di «sospendere con efficacia immediata gli operatori sanitari dipendenti di questa azienda ospedaliera, a seguito di atto di accertamento da parte della Asl Avellino» e quindi «di dare atto che la direzione sanitaria aziendale e di presidio non hanno rinvenuto la possibilità di adibire i lavoratori di che trattasi a mansioni, anche inferiori, che non comportassero contatti interpersonali, o comunque, in qualsiasi forma, rischi di diffusione del contagio da Sars-Cov-2, come previsto dal comma 8 del predetto articolo 4, di dare atto che per il periodo della cosiddetta assenza ingiustificata non è dovuta ai dipendenti in parola la retribuzione, né altro compenso o emolumento.

La sospensione conserva efficacia fino all'eventuale assolvimento dell'obbligo vaccinale da parte dei dipendenti o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il dicembre 2021».

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La conferma sulla sospensione di almeno due professionisti arriva dall'Ordine dei medici di Avellino, mentre all'Ordine degli infermieri (Opi) non sono ancora arrivate simili comunicazioni. Tuttavia, tra gli operatori sanitari sospesi ieri dal Moscati potrebbero esserci anche Oss o altre figure che operano a contatto coi pazienti. In tutto erano finiti sotto la lente della commissione 50 tra medici e paramedici in servizio negli ospedali della provincia di Avellino finiti: 18 nei presidi di competenza dell'Asl e 32 al Moscati (dove ne sono stati individuati anche altri 20 residenti, però, in altre province e gestiti dunque dalle Asl territorialmente competenti). Inoltre, come detto, restano al vaglio della commissione regionale, le posizioni dei medici di medicina generale, degli odontoiatri, dei liberi professionisti e degli operatori sanitari della cliniche private. 

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