Canoni di fitto, Tari e Tosap per lo Stadio Partenio: il Comune, almeno per ora, non vedrà un centesimo.
L'Us Avellino dell'alleato politico del sindaco Festa, Angelo Antonio D'Agostino, ha risposto alla diffida partita oltre 10 giorni fa dal Patrimonio, e scaduta lunedì, con una missiva in cui contesta tutti gli importi che il Comune le aveva addebitato. Per contro, chiede 200.000 euro per lavori eseguiti nell'impianto. È il solito copione, ed è di nuovo guerra delle cifre.
Scaduto l'ultimatum del Patrimonio, il Comune, come aveva spiegato anche la dirigente del settore, avrebbe dovuto chiedere il rilascio del bene. Ma non è successo. La società, dal canto suo, non ha presentato nemmeno la prevedibile istanza di rateizzazione. Nella lettera inviata al sindaco, Gianluca Festa, i vertici dell'Us Avellino si dicono indisponibili a saldare persino tutte le spettanze che vanno dal 2018 al 2021. Il Comune, infatti, aveva conteggiato 330.000 euro circa. Nonostante, dal 2007 ad oggi, l'ente abbia maturato un credito di 1,1 milioni. L'Us Avellino, però, sostiene di essere disponibile pagare, per i suoi primi 2 anni, circa la metà.
Perché, questo l'assunto, per la stagione 2020-2021, la convenzione non c'è ancora.
La trafila, eccettuata la parte che riguarda il Coronavirus, si ripete dunque identica da 15 anni. Il Comune, che nel frattempo è finito in pre-dissesto, non incassa un euro rispetto dal fitto di uno dei suoi beni più preziosi. E la società sportiva che non ha ancora pagato rivendica allo stesso tempo importi superiori per i lavori. Su questo aspetto, norme alla mano, la dirigente al Patrimonio aveva chiarito in commissione Trasparenza che non ci può esserci alcuna compensazione con i canoni. E che una nuova convenzione, stante la morosità della società, non si può realizzare. È il cane che si morde la coda. Il braccio di ferro continua e la sostanza amministrativa è che l'intesa tra il Comune e l'Us Avellino non funziona da nessuno dei due lati.
Per un ente che non è capace di riscuotere i tributi, anche la Tari e la Tosap sono motivo di contesa con la società sportiva. Il Comune ha battuto cassa ma l'Us Avellino si è opposta. In merito, fa sapere di essersi rapportata con il gestore dei tributi, Assoservizi, che avrebbe fatto risalire l'utilizzo dell'impianto al marzo del 2020. Rispetto al pregresso, comunica di aver già chiesto l'annullamento dell'accertamento, perché sarebbe sbagliato. La società non paga ma si dice pronta a confrontarsi per una nuova convenzione in cui definire ogni questione.
Al di là della guerra dei numeri e delle leggi, la vicenda, ancora una volta, segnala l'incapacità di Piazza del Popolo di valorizzare il proprio patrimonio e incassare. E probabilmente anche un certo logoramento nei rapporti tra il sindaco Festa e il presidente Angelo D'Agostino. Sul punto, si registra il silenzio della giunta, che non ha mai fatto chiarezza. In particolare, il delegato al Patrimonio, Stefano Luongo, in qualità di esponente politico dell'area che fa capo proprio a D'Agostino, ha deciso sin dall'inizio di non entrare nella vicenda. Lasciando evidentemente una pesante vacatio politica. Comune e Us Avellino non trovano l'accordo praticamente dal 2018, e a rimetterci sono solo le casse dell'ente. Per questo sul punto indagano Finanza e Corte dei conti.
Qualcosa si muove, invece, sul fronte della Piscina. Qui l'assessore Luongo fa sapere che l'impegno procede: «Abbiamo dato mandato ai nostri uffici dice di predisporre le carte per l'estinzione del diritto di superficie del vecchio gestore. Ci confronteremo nei prossimi giorni con il nostro legale e partiremo. Poi - afferma - apriremo la discussione in commissione sul nuovo project financing dal quale dovrà scaturire la nuova gestione».