Violentata dal padre a 13 anni:
per reazione si spoglia per strada

Violentata dal padre a 13 anni: per reazione si spoglia per strada
di Gianni Colucci
Martedì 1 Dicembre 2020, 08:47 - Ultimo agg. 13:58
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Il suo modo di chiedere aiuto era strapparsi i vestiti in strada; pronunciare frasi che nessuno capiva ma che dicevano della sua solitudine, del suo dramma. Bisognava mettersi all'ascolto per cogliere la verità.

Una storia che era stata denunciata da un'insegnante sulle pagine del Mattino un anno fa e che oggi finisce con l'arresto di un uomo di 56 anni accusato di violenza sulla figlia che non ha nemmeno 14 anni. Accade a Summonte. I carabinieri di Ospedaletto D'Alpinolo hanno eseguito l'arresto su disposizione del magistrato. L'ufficio Gip del tribunale di Avellino ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere per il terribile reato di violenza sessuale aggravata.

Quella insegnante si era messa in ascolto.

Gli uomini del maresciallo maggiore Tommaso Nazzaro della stazione di Ospedaletto coadiuvati dalla compagnia di Avellino comandata dal capitano Fabio Iapichino, hanno eseguito l'arresto e buona parte dell'attività di indagine.

La ragazzina ora si trova al sicuro lontano dall'abitazione che l'aveva ospitata e dove era stata sottoposta alle terribili angherie. 

L'adolescente si trova in una casa protetta assistita da sociologi e psicologi.

E sono stati proprio gli psicologi con esperti dell'arma insieme al magistrato a raccogliere la ricostruzione delle violenze dalla viva voce della ragazzina che ha descritto il padre come l'uomo che le riservava morbose attenzioni.

La vicenda si svolge nelle case popolari di Summonte, dove la bambina viveva insieme ai fratelli, ai genitori, madre e padre di mezza età, e i nonni paterni.

Una vicenda che è venuta alla luce la scorsa estate dopo la denuncia di un'ex insegnante della bambina che aveva assistito a diversi episodi drammatici proprio in paese. La ragazzina si era recata finanche negli uffici del comune dove, pronunciando frasi sconnesse, si era denudata. Il sindaco Pasquale Giuditta che aveva mosso gli uffici del piano di zona fu protagonista anche di un tentativo di aggressione da parte dei familiari della ragazzina.

Ma forse era è stato il coraggio della ex insegnante della bambina a smuovere le acque. 

Nella Iuliano, vedendola in quelle condizioni la scorsa estate chiede aiuto. E non lo trova subito. Così raccoglie firme e solidarietà ed è andata in procura a denunciare.

La sua piccola alunna, ora alle scuole medie, è come regredita. Non parla, si esprime a gesti. Aveva raccontato al Mattino con parole accorate.

Sono poi seguite iniziative concrete. Nelle giornate successive alla denuncia sono intervenuti i carabinieri che hanno svolto proprie indagini raccolte in un rapporto al magistrato. Un fascicolo è stato aperto, successive testimonianze hanno consentito di ricostruire uno scenario raccapricciante. La famiglia viveva in una condizione di promiscuità, sicuramente di indigenza e ii subcultura. I rapporti tra familiari e anche le particolari condizioni psichiche della bimba hanno fatto il resto.

Ci sono stati colloqui e visite mediche, si è investigato sulla famiglia di origine, provando anche a comprendere se il ritardo della bimba derivasse dalla situazione familiare.

Ma ora la bimba senza parole che si strappava i vestiti, quasi a cancellare una vita di dolore e violenza, deve provare a cominciare una vita vera, lontana dagli incubi che ha sopportato, dalla povertà e dalla violenza.
 

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