Sanità Avellino, tra gli infermieri precari
è allarme: rischiano di rimanere a casa

Sanità Avellino, tra gli infermieri precari è allarme: rischiano di rimanere a casa
di Antonello Plati
Lunedì 21 Marzo 2022, 07:35 - Ultimo agg. 19:38
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Tra dieci giorni esatti, potrebbero restare senza lavoro un centinaio tra infermieri e operatori sociosanitari (Oss) in servizio tra l'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino, l'ospedale Frangipane di Ariano Irpino e l'ospedale Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo dei Lombardi. Assunti da marzo 2020 in poi, per fronteggiare l'emergenza pandemica da Covid-19, i paramedici, che in più occasioni sono stati definiti eroi, stanno per essere scaricati. Il mancato rinnovo dei contratti appare ancora più paradossale alla luce delle conclamate carenze di organico dei presidi sanitari irpini.

Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, con il segretario territoriale Romina Iannuzzi chiama in causa la Regione Campania: «A Napoli, con la mancata proroga dei contratti dei precari della sanità, si giocano credibilità politica e istituzionale», attacca la sindacalista. «Nonostante a dicembre dell'anno scorso ricorda Iannuzzi - il governatore Vincenzo De Luca abbia dato mandato alla direzione generale per la Tutela della salute di emanare una circolare per la proroga fino al 31 dicembre 2022 di tutti i contratti dei precari, fino ad oggi questa circolare non è stata attuata in provincia di Avellino». Il motivo, secondo il sindacato, sarebbe «essenzialmente di natura economica» in quanto «dopo il 31 marzo terminerà lo stato di emergenza nazionale e le aziende, tra cui il Moscati e l'Asl di Avellino, dovranno sobbarcarsi i costi di questi rinnovi con il rischio che possano sforare il tetto di spesa imposto a livello regionale». Altra situazione «alquanto paradossale» è quella relativa al decreto regionale 74 del 22 febbraio scorso con il quale la Regione ha rideterminato il budget dei tetti di spesa del personale delle aziende prendendo come riferimento quelli del 2004 ridotti dell'1,4 per cento: «Lo hanno fatto nonostante la recente legge di Bilancio prevedesse che le Regioni potessero invece incrementare il fondo sanitario regionale rispetto l'esercizio precedente per consentire maggiori assunzioni di personale sanitario». Dunque, l'appello: «Come organizzazione sindacale chiediamo che la Regione Campania intervenga affinché le aziende sanitarie procedano ai rinnovi dei contratti di tutti i precari soprattutto in un contesto attuale di recrudescenza dei contagi e dell'emergenza pandemica.

Si rinnovino tutti i contratti di infermieri e operatori socio sanitari precari almeno fino al 31 dicembre 2022».

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Sul piede di guerre anche le associazioni datoriali. Il presidente dell'Aspat Pier Paolo Polizzi si rivolge, ancora una volta, all'Asl di Avellino in merito alla crisi del settore riabilitativo: «Non abbiamo ricevuto risposte. Da oggi, si va verso il blocco delle prese in carico riabilitative degli assistiti in lista di attesa». Davanti all'immobilità dell'ente, il presidente di Aspat Campania ha scritto al direttore generale dell'Asl di Avellino Maria Morgante per comunicare che si procederà al blocco totale delle prese in carico riabilitative degli assistiti in lista di attesa e alla consultazione sindacale con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, finalizzata alla riduzione delle piante organiche degli operatori ed alla messa in mobilità del personale dipendente. «In nome e per conto dei centri di riabilitazione complessa del territorio avellinese, erogatori privati istituzionalmente accreditati per conto del sistema sanitario regionale, in relazione alle formulate istanze della categoria, nel prendere atto del perdurare del silenzio dell'Asl di Avellino ed in particolare della totale inosservanza di quanto ascritto dalle norme vigenti in capo al Suo Ufficio, da oggi i rappresentanti legali dei succitati centri avvieranno le procedure consentite dalla legge». In sostanza da questa mattina, ci sarà il blocco totale delle prese in carico riabilitative degli assistiti in lista di attesa; sarà poi avviata la consultazione con le parti sociali finalizzata alla riduzione delle piante organiche degli operatori ed alla messa in mobilità del personale dipendente».

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