Trenta operatori dei centri vaccinali licenziati con un sms

Contratto cessato il 31 dicembre 2022 da parte della società di lavoro interinale

Un centro vaccinale
Un centro vaccinale
di Antonello Plati
Martedì 3 Gennaio 2023, 09:24 - Ultimo agg. 09:26
4 Minuti di Lettura

Licenziati con un sms. Il 2023 non è iniziato nel migliore dei modi per una trentina di operatori sanitari dei centri vaccinali anticovid dell'Asl di Avellino. A poche ore dal cenone di Capodanno, la festa è stata guastata da un sms: «Salve, comunichiamo che il contratto con Gi Group cesserà il giorno 31 dicembre 2022. Cogliamo l'occasione per ringraziarvi per la diligenza con cui avete operato». In questo modo, la società interinale, che per conto dell'Asl di Avellino recluta una parte del personale da impiegare negli hub, ha fatto sapere ai professionisti (tra loro 12 medici, il resto sono infermieri) che non c'era più bisogno delle loro prestazioni. In questo momento, l'attività dei centri vaccinali anticovid è ridotta con un solo punto attivo (quello del capoluogo), come si legge in una nota trasmessa l'altro giorno dalla stessa Asl di Avellino: «Dal 2 al 5 gennaio e il 7 gennaio dalle ore 8.00 alle ore 14.00 sarà possibile accedere al Centro vaccinale di Avellino presso il Paladelmauro, muniti di tessera sanitaria, senza prenotazione, per la somministrazione del vaccino bilavente a m-RNA (original/omicron BA.1 e original/omicron BA.4-5)».

I lavoratori non ci stanno.

Premettono: «Appare una scelta senza logica ridurre il personale e quindi il numero dei centri vaccinali anticovid attivi sul territorio. In questo momento, come noto, le varianti del Covid-19 continuano a colpire e in tutto il paese si registra un aumento piuttosto preoccupante dei contagi. La decisione dell'Asl di Avellino è controcorrente rispetto a quanto succede nelle altre province e regioni d'Italia». Quindi osservano: «In questa settimana si vaccina solo ad Avellino con un solo operatore dipendente dell'Asl, in quanto il resto dell'organico, anche nell'hub di Avellino, era costituito da personale assunto tramite Gi Group».


E sottolineano: «Mentre gli esperti continuano ad affermare con forza che è necessaria la quarta dose per scongiurare il peggio, qui ad Avellino si chiudono i centri e si licenziano medici e infermieri». Esclusi anche dalla procedura di stabilizzazione, i precari dei centri vaccinali anticovid della provincia di Avellino già il mese scorso avevano chiesto un incontro urgente (che non è mai avvenuto) con il direttore generale dell'Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante: «Pretendevamo e pretendiamo ancora chiarezza sul percorso che avrebbe potuto condurci a firmare un contratto a tempo indeterminato».

Al momento, questi operatori non presentano i requisiti richiesti dell'ultima delibera dell'Asl di Avellino - Aggiornamento e integrazione dei percorsi di stabilizzazione pubblicata a fine novembre sull'albo pretorio: «A seguito della nuova delibera (la numero 2221 del 28 novembre 2022) dove l'Asl di Avellino bandisce nuovamente la procedura di stabilizzazione revocando due precedenti delibere e incrementando il numero delle unità stabilizzabili (44 in tutto, 22 operatori sociosanitari, 14 infermieri, 4 tecnici di laboratorio biomedico, 2 biologi, un farmacista e un medico, ndr) continuano a rimanere inevase e inascoltate le richieste di una buona fetta del personale assunto durante l'emergenza e impiegato nella campagna vaccinale». In effetti, nell'atto che il manager ha presentato direttamente a una delegazione di lavoratori nel corso di una manifestazione, a fine novembre, all'esterno della sede dell'Asl di Avellino, non si fa alcuna menzione di tutti coloro che sono stati assunti (con contratto di lavoro di tipo dipendente) tramite Gi Group, i quali sono stati contrattualizzati a febbraio del 2021 e che, indipendentemente dalla propria volontà, non hanno potuto maturare i 18 mesi richiesti: «Si rammenta che la legge Madia fa rientrare tra i contratti di lavoro flessibile anche i suddetti, motivo per cui non si comprende l'esclusione prevista per tali figure». Per questi motivi, i precari-covid chiedono di nuovo un incontro al direttore generale dell'Asl di Avellino «per poter esporre ampiamente e finalmente di persona la nostra situazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA