Avellino, su «Aste Ok» l'ombra del reset del processo

Mandati gli atti alla Procura di Roma

Il tribunale di Avellino
Il tribunale di Avellino
di Alessandra Montalbetti
Sabato 11 Marzo 2023, 09:09 - Ultimo agg. 10:13
3 Minuti di Lettura

Aste Ok, sarà la procura di Roma a valutare la condotta dei magistrati giudicanti che compongono il collegio del tribunale di Avellino. Su Aste Ok l'ombra di un reset. Ieri mattina il presidente Melone, a latere Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella - al termine di una lunghissima camera di consiglio, durata per circa tre ore - hanno trasmesso una richiesta di astensione al presidente del tribunale di Avellino, Vincenzo Beatrice e i verbali d'udienza alla procura di Roma che dovrà valutare le condotte dei giudici irpini. Nell'ordinanza di astensione, emessa ieri mattina, il presidente del collegio ha motivato la decisione con l'espressione «gravi ragioni di convenienza». Se il processo per Aste Ok, il filone parallelo a quello sul Clan Partenio, deve ricominciare daccapo dinanzi a un nuovo collegio, verrà stabilito il 24 marzo prossimo, quando verrà resa nota la decisione del presidente Beatrice.


A contorno delle decisioni del collegio nell'udienza di ieri, la vicenda dell'inchiesta sui tre carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Avellino (indagati per falso ideologico in atto pubblico, corruzione, abuso d'ufficio e violenza privata) che hanno effettuato le indagini sul sodalizio criminale e per i quali il pubblico ministero Cecilia Annecchini ha già formulato la richiesta di archiviazione.
Indagine sulla scorta della quale il Tribunale nella scorsa udienza, dopo una camera di consiglio, aveva deciso di sentire uno dei militari con l'assistenza di un avvocato aggiungendo - ad avviso dell'avvocato Gaetano Aufiero - delle informazioni mai emerse prima che ha chiesto chiarimenti al collegio, su eventuali informazioni acquisite sul procedimento specifico in camera di consiglio.

 


«Una modalità secondo l'avvocato non corretta poiché ogni attività del Tribunale dovrebbe essere riportata in un'ordinanza». Dunque dopo l'eccezione sollevata dall'avvocato Gaetano Aufiero il collegio si è ritirato nuovamente stamattina in camera di consiglio decidendo di inviare gli atti al presidente Beatrice che dovrà valutare la loro richiesta di astensione e contestualmente gli atti alla procura di Roma, per valutare eventuali irregolarità nelle condotte del collegio giudicante. Sul punto è intervenuto con una nota affidata alle pagine social - anche l'avvocato Carlo Taormina, difensore dell'imputato Gianluca Formisano (agli arresti domiciliari).


«Drammatica udienza ad Avellino nel processo per le aste truccate anche con l'intervento della camorra dice il legale - dopo l'incriminazione dei carabinieri per corruzione, falso in atti pubblici ed altro, bufera sul tribunale di Avellino del quale è stata sollecitata l'astensione per aver violato il segreto d'ufficio e di indagine essendo venuto a conoscenza di particolari relativi alle attività di indagine del pm sui reati contestati ai carabinieri. Comunicato da me l'intervento a sorpresa e in tempi supersonici della richiesta di archiviazione ma comunicata anche la predisposizione dell'atto di opposizione». Richiesta di archiviazione sulla quale, con ogni probabilità a breve, il gip del tribunale di Avellino, qualora Taormina dovesse presentare opposizione, è chiamato a decidere.

Il procedimento penale a loro carico è stato aperto dopo l'escussione dice Ciriaco De Nardo che riferì di aver dapprima firmato un verbale di sommarie informazioni e di essere stato successivamente richiamato per firmarne un altro ex novo. Il tribunale di Avellino in quella sede si chiedeva dove fosse finito il primo verbale. Sentiti De Nardo e la figlia Caterina, furono trasmessi gli atti alla procura, con il sospetto che un atto fosse stato soppresso e che la testimonianza della donna fosse stata estorta. Un terzo militare fu indagato in quanto in una relazione del febbraio 2021 a sua firma avrebbe sostenuto che una videoregistrazione prodotta dall'imputato Gianluca Formisano (difeso da Taormina) fosse stata falsificata.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA