Troppe scuole a rischio chiusura:
si punta alle deroghe nei piccoli centri

Troppe scuole a rischio chiusura: si punta alle deroghe nei piccoli centri
Venerdì 16 Settembre 2022, 07:33 - Ultimo agg. 18:44
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Dimensionamento scolastico in Irpinia, prime riunioni in Provincia per fare il punto della situazione e cercare di evitare la perdita di altre presidenze o addirittura la chiusura di alcuni plessi. Nella Sala Grasso di Palazzo Caracciolo il primo dei due appuntamenti con rappresentanti dei Comuni, presidi e sindacati. A moderare gli interventi il funzionario dell'ente, Raffaella Festa, e il responsabile della segreteria del presidente, Lorenzo Preziosi.

Subito una ricognizione delle scuole a rischio, quelle che hanno un numero di alunni iscritti insufficienti: sotto le 400 unità per i cosiddetti istituti dei centri di montagna e inferiori ai 600 studenti per quelli situati in aree urbane cittadine. 

Rispetto a questi parametri sono in bilico la Direzione Didattica di via Fratta a Solofra e gli istituti comprensivi Don Lorenzo Milani di Manocalzati, Pecorelli di Pago del Vallo di Lauro, Caruso di Altavilla Irpinia, Tentindo di Chiusano San Domenico e quello di Pratola Serra.

A rischio anche l'Ic di Serino e le superiori Maffucci di Calitri, Gregorio Ronca di Solofra, Umberto Nobile di Lauro e l'Is di Grottaminarda. Mentre gli Ic di Bisaccia e Casalbore sono davvero al limite ma si salverebbero solo perché situati in paesi in quota e non vicinissimi ad altri centri con strutture sufficienti.

Ad Avellino, invece, riflettori sull'Ipia Amatucci, le cui iscrizioni negli ultimi anni sono molto diminuite. E per il quale, già da tempo, si parla di un accorpamento con l'Agrario-Geometra De Sanctis-D'Agostino. Insomma, i problemi non mancano e bisogna formulare una proposta diversa alla Regione Campania e quindi, all'Ufficio scolastico regionale, per evitare altre chiusure. Su questa strada Tonino D'Oria, della Uil Scuola, che auspica il «mantenimento delle dirigenze, già falcidiate quest'anno con le reggenze soprattutto in Alta Irpinia, e il salvataggio degli istituti che, comunque, hanno tutti caratteristiche e peculiarità diverse». Per questo ha chiesto alla Provincia di uscire dagli schemi: «Ci vuole un atto di coraggio dice l'esperto sindacalista - da tempo chiediamo al Ministero che le scelte non si basino strettamente sui numeri. Del resto sotto le Alpi sono tantissimi i paesini di montagna che hanno ottenuto delle deroghe. Noi abbiamo avuto una situazione congelata per due anni grazie alla pandemia ma adesso rischiamo grosso e in passato qui da noi si è già tagliato molto. Siamo un'area interna che patisce un fenomeno di spopolamento importante, facciamo in modo che i problemi che hanno portato ad un indebolimento dell'offerta formativa sul territorio non si aggravino». Sempre ieri mattina, poi, nella nuova sede di Galleria Mancini si sono riuniti i riferimenti di Azione Scuola e del Sindacato europeo dei lavoratori e dei pensionati, rispettivamente Lorenzo Bifulco e Giovanni Centrella. Da entrambi un monito e un appello alle istituzioni competenti. «Stiamo cercando di sensibilizzare politici in carica e candidati dice Centrella sulla copertura delle cattedre. Oggi ci sono supplenti che saranno sostituiti da qui a poco da coloro che avranno l'incarico annuale. Ma nessuno risolve il problema che mina l'Istruzione nel nostro Paese».

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Gli fa eco Bifulco: «Le organizzazioni sindacali dovrebbero tornare a considerare le questioni della territorialità. In Irpinia abbiamo un vuoto nella titolarità delle scuole, troppi reggenti, e gli alunni sono senza una guida. Se non ci sarà un intervento strutturale immediato avremo sempre più difficoltà. Servono proposte: una potrebbe essere far rientrare i dirigenti che sono fuori regione attraverso la mobilità». 

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