Tunnel di Avellino,
​arriva il sì ma «condizionato»

Tunnel di Avellino, arriva il sì ma «condizionato»
di Alessandro Calabrese
Giovedì 20 Dicembre 2018, 13:00
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Il tunnel di Avellino supera l'esame del Comitato tecnico interregionale per le Opere pubbliche presieduto dal provveditore Giuseppe D'Addato, incassando il parere favorevole salvo alcune prescrizioni. Ieri mattina l'incontro a Napoli dove l'organismo si è riunito per valutare il progetto del sottopasso del capoluogo irpino, alla presenza del responsabile unico del procedimento per il Comune di Avellino, l'ingegnere Michele Candela. I vari membri del comitato hanno analizzato palmo a palmo il piano, le schede tecniche e descrittive dell'infrastruttura esprimendo un giudizio sostanzialmente positivo anche rispetto alle varianti realizzate in corso d'opera.

Poche e, soprattutto, per nulla invasive le modifiche richieste per perfezionare l'aspetto relativo alla sicurezza del tunnel, senza per questo andare a produrre conseguenze impattanti sul piano esecutivo della struttura che non viene assolutamente toccata. Si parte da una modifica dei sensori di allarme in caso di allagamento del sottopasso. Questi dovranno essere più sensibili ed entrare in funzione in anticipo rispetto ad un livello di emergenza più elevato. Altra variazione riguarda il posizionamento dei dissuasori della velocità. Per questi cosiddetti dossi artificiali è stata fornita una mappatura diversa che ha lo scopo di renderli ancora più efficaci nel ridurre possibili pericoli derivanti da automobilisti indisciplinati. Un leggero cambiamento da apportare, poi, è quello relativo alla collocazione degli aeratori per la ventilazione permanente. Anche in questo caso, lo spostamento risponde ad una logica di maggiore efficienza nella funzione da svolgere: evitare che il sottopasso, a causa della sua conformazione, si riempia dei gas di scarico dei veicoli rendendo l'aria irrespirabile. Infine, l'ultima prescrizione di un certo rilievo verte sul sistema di videosorveglianza. In questo caso il comitato tecnico ha chiesto espressamente il potenziamento delle telecamere del circuito, in maniera da tenere sotto controllo l'intera bretella viaria senza avere punti ciechi. Insomma, qualche occhio in più puntato su veicoli e pedoni.
 
L'importante risultato ottenuto chiude quella che sembrava essere diventata una fase di stallo difficilmente superabile e dà il via libera agli ultimi lavori da effettuare.

L'ex assessore comunale ai Lavori Pubblici, l'architetto Rita Sciscio, ha ripreso e mantenuto continui contatti con il Provveditorato, nella fase della definizione delle prescrizioni, affinché si superassero le molteplici incomprensioni derivanti da uno scarso confronto registrato nelle gestioni amministrative precedenti.

Adesso non resta che andare avanti. Del resto è il caso di dire - dopo 12 anni si comincia a vedere una luce in fondo al tunnel di Avellino che collega piazza Kennedy con Rampa San Leonardo. Appena due giorni fa, peraltro, la D'Agostino Costruzioni aveva terminato l'asfalto del sottopasso. Circa 490 metri sotto la superficie dell'asse stradale che parte da piazza Garibaldi, passa per via De Sanctis e raggiunge via Due Principati. Un'infrastruttura che permetterà agli automobilisti provenienti da via Circumvallazione di raggiungere in pochi minuti San Tommaso e Rione Mazzini e viceversa. Bypassando così il traffico del centro urbano e rendendo la mobilità cittadina molto più agevole. Oltre al tappetino sulle due corsie di transito a doppio senso, sono praticamente finiti i marciapiedi e il rivestimento interno. Dunque, ora si tratta solo di completare gli ultimi interventi. Ma dopo tante peripezie, varianti di progetto, iter burocratici lentissimi e cambio di ditta in corso d'opera, sono stati spesi già 11 milioni dei finanziamenti europei ottenuti per costruire l'infrastruttura. Nel rispetto delle indicazioni provenienti da Napoli, però, bisogna necessariamente accelerare i tempi. I lavori, il collaudo del tunnel e la rendicontazione totale devono essere consegnati entro la fine del prossimo mese di marzo. Pena la perdita degli stessi fondi assegnati e ancora da utilizzare che ammontano a circa 5 milioni e mezzo di euro. Una cifra che di certo il comune di Avellino non può permettersi di pagare.
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