Ucraini, arrivi alla spicciolata: in via Annarumma bussa una mamma con due bimbe

Ucraini, arrivi alla spicciolata: in via Annarumma bussa una mamma con due bimbe
di Rossella Fierro
Domenica 20 Marzo 2022, 11:21 - Ultimo agg. 11:51
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Marina, Helena e Sofia bussano alla porta del Centro Ucraini di via Annarumma. Dopo giorni di viaggio per sfuggire agli orrori della guerra, prima l'approdo a Napoli infine l'arrivo ad Avellino dove però non c'era nessun connazionale che abbia un posto in cui accoglierli. Pochi secondi e la macchina della solidarietà è già in moto per questa famiglia composta da una giovane mamma e le sue bambine: l'arrivo dell'interprete, poi in farmacia per i tamponi anti Covid, infine la chiamata ad una delle tante famiglie irpine che hanno dato disponibilità ad accogliere in casa i profughi in fuga dalla guerra. E così alle nove di un venerdì sera freddo e uggioso Marina, Helena e Sofia giungono a Lapio, finalmente al caldo e al sicuro.

È una delle tante storie dell'Irpinia solidale che in questi primi ventiquattro giorni di conflitto ha aperto case e cuori agli ucraini costretti a lasciare il proprio Paese devastato dai bombardamenti russi. A raccontarla è Paolo Matarazzo che coordina le attività umanitarie in corso da settimane nel Centro Anziani di via Annarumma, divenuto il principale riferimento della provincia per raccolta e smistamento degli aiuti.

Matarazzo rilancia l'appello all'Asl per dare assistenza piscologica ai profughi in arrivo: «sarà difficile dimenticare gli sguardi impauriti dei bambini, sembravano persi nel vuoto. E' prioritario dare loro il supporto psicologico necessario ad affrontare e superare il trauma subito che è quello di aver visto la guerra, di aver dovuto salutare padri, amici e parenti, per poi affrontare un viaggio estenuante e arrivare in luoghi sconosciuti. Dall'Asl, che sta mostrando grande solerzia e sensibilità per quanto riguarda il rilascio dei codici sanitari e le procedure anti Covid, non abbiamo avuto ancora risposta relativamente al supporto psicologico che a nostro avviso resta prioritario per stabilire, anche con l'aiuto degli interpreti, una relazione con queste persone».

Non si ferma dunque la macchina dell'accoglienza, che vede coinvolte famiglie irpine, ucraine, sei parrocchie della diocesi avellinese che hanno aperto le porte di alloggi e case canoniche, così come va avanti la raccolta di aiuti. Nel pomeriggio di ieri un tir che partirà nelle prossime ore alla volta dei confini tra Polonia e Ucraina, è stato caricato di medicinali, kit di pronto soccorso, latte in polvere per neonati, cibi e coperte. Donazioni che non si fermano e che arrivano da cittadini, associazioni, enti e di cui c'è ancora tanto bisogno. «Purtroppo l'allargamento del conflitto e il suo prolungarsi rendono assolutamente necessari in particolare materiale medico per il primo soccorso e cibi a lunga conservazione da poter far arrivare direttamente in Ucraina» chiosa Matarazzo. E nelle prossime ore è previsto l'arrivo di altre nove persone, anche in questo caso mamme con bambini provenienti dalle città maggiormente martoriate dalla guerra. Due nuclei familiari che arriveranno attraverso i corridoi umanitari coordinati da Caritas italiana. «Atterreranno a Roma da Varsavia nella tarda serata di domenica. In aeroporto troveranno una nostra squadra di volontari che attenderà il completamento delle procedure necessarie all'identificazione e poi li accompagnerà in Irpinia.

Si tratta del primo gruppo che abbiamo preso direttamente in carico e che ospiteremo tra Avellino e Santa Lucia di Serino, dove abbiamo a disposizione diverse soluzioni già pronte per l'accoglienza. Abbiamo molte disponibilità sia da parte di privati che della Chiesa, quindi per adesso non andiamo in crisi sulle sistemazioni. Quello che desta preoccupazione è il protrarsi dell'esodo e della durata del conflitto che comporterà un aumento degli arrivi e dunque richiederà un piano di accoglienza più ampio. Anche tra coloro che stanno già dando ospitalità ai profughi nella fase emergenziale, ci sono molti che chiaramente non possono farlo per lungo tempo. Quindi vanno individuate per tempo maggiori soluzioni possibili» aggiunge Carlo Mele direttore Caritas Avellino. Una rete di accoglienza che, come indicato dal Ministero dell'Interno con apposita circolare, passerà anche per i Cas e i Sai. Scaduti venerdì i termini per la presentazione di offerte all'avviso pubblicato dalla Prefettura, lunedì ci sarà un primo screening delle proposte pervenute. Ma alla luce di numeri in costante aumento, l'ultimo rilevamento della Questura registrava nella giornata di giovedì 520 profughi solo tra coloro che avevano già comunicato la loro presenza in Irpinia, non è escluso che la Prefettura decida di prorogare la procedura pubblica per ampliare il più possibile la rete dell'ospitalità a cui partecipano anche i Comuni che, a poco a poco, stanno sondando le disponibilità di case.
 

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