Un «punto accoglienza» contro il caos profughi

Un «punto accoglienza» contro il caos profughi
di Rossella Fierro
Venerdì 18 Marzo 2022, 07:33 - Ultimo agg. 07:35
4 Minuti di Lettura

Massima attenzione sul destino dei minori non accompagnati, organizzazione di un punto accoglienza dove sbrigare procedure burocratiche e avviare i primi screening sanitari, reperimento di alloggi e strutture per l'ospitalità.
La cabina di regia presieduta dal Prefetto Paola Spena fa il punto sullo stato dell'accoglienza degli oltre 500 profughi ucraini arrivati in Irpinia nei primi venti giorni di conflitto. Fari puntati sui bambini. A chiarire l'iter da seguire per tutelare i rifugiati under 18 che sono già arrivati o arriveranno sul territorio provinciale, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Napoli Maria de Luzenberger, collegata da remoto con la riunione a cui hanno partecipato anche il Garante regionale dei diritti dell'infanzia Giuseppe Scialla, il Questore Maurizio Terrazzi, rappresentanti di Carabinieri e Guardia di Finanza, Asl, Caritas, Croce Rossa, i sindaci di Avellino, Ariano Irpino e Atripalda, Gianluca Festa, Enrico Franza e Giuseppe Spagnuolo, il commissario prefettizio di Grottaminarda Rosanna Gamerra e il sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto in qualità di referente dell'Associazione nazionale comuni italiani.

Tutti i minorenni giunti a destinazione senza la presenza di almeno uno dei due genitori dovranno essere affidati tramite regolare decreto rilasciato dal Tribunale.

Sia che si tratti di under 18 giunti a destinazione con un parente o che abbiano affrontato il viaggio da soli senza avere alcun punto di riferimento nel luogo di approdo o per ricongiungersi con parenti già residenti sul territorio, la prassi da seguire è quella stabilita dalla legge ordinaria. Una casistica che, stando alle stime, in Irpinia per il momento dovrebbe riguardare una decina di piccoli rifugiati arrivati in provincia insieme a zie e nonne dalle quali chiaramente non saranno separati nell'attesa di essere loro affidati regolarmente. Ed è questo il tema su cui, anche alla luce di numeri che potrebbero duplicarsi nelle prossime settimane, le autorità invitano a porre la massima attenzione per tutelare al massimo i profughi più piccoli che, in caso di orfani, potranno essere temporaneamente consegnati alle cure anche di famiglie italiane ma sempre attraverso il normale iter legislativo per l'affido temporaneo.

Stando all'ultimo report i profughi ucraini che hanno registrato la loro presenza in Irpinia sono 520. Una cifra indicativa considerando che gli arrivi, anche di piccoli gruppi, sono quotidiani. Per questo il Prefetto Spena ha sollecitato i sindaci ad adoperarsi nel reperire alloggi e strutture adeguate all'ospitalità in particolare di mamme e bambini. Se i comuni di Ariano e Grottaminarda hanno già pubblicato manifestazioni di interesse rivolte a privati per raccogliere disponibilità di alloggi, Atripalda e Avellino faranno lo stesso nei prossimi giorni. Oggi scadono inoltre i termini per la presentazione delle offerte all'avviso pubblicato dalla Prefettura per allargare la rete provinciale dell'accoglienza a Cas e Sai. Si lavora inoltre ad individuare nella città di Avellino un punto accoglienza per rispondere a trecentosessanta gradi alle esigenze dei profughi. Non un semplice hub vaccinale, come quello allestito al Palazzetto dello Sport dove anche nella giornata di ieri sono continuate le operazioni di screening con 42 tamponi anti Covid somministrati e una sola positività registrata, e le vaccinazioni con sei prime dosi e due booster, ma una struttura in cui i cittadini ucraini in fuga dalla guerra possano registrare la loro presenza sul territorio, ottenere i permessi di soggiorno, il codice sanitario Stp ed avviare la sorveglianza anti Covid. Un punto accoglienza in cui accorpare tutte le pratiche burocratiche che vedrà il supporto di volontari dell'associazione Ucraini d'Irpinia che garantiranno la presenza di mediatori linguistici per facilitare il lavoro di forze dell'ordine e personale Asl.

Nel frattempo alcuni nuclei familiari dovrebbero arrivare in Irpinia nei prossimi giorni grazie ai corridoi umanitari coordinati da Caritas Italiana. «Continuiamo a lavorare per l'accoglienza. Sono in partenza aerei da Varsavia con famiglie provenienti dai luoghi maggiormente colpiti dai bombardamenti - annuncia Carlo Mele, direttore della Caritas diocesana - Abbiamo dato disponibilità di due case canoniche e alcune stanze in una delle nostre strutture religiose per ospitare una quindicina di persone che arriveranno nei prossimi giorni».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA