Universiadi, un anno fa la fiaccola
ad Avellino: il ricordo di Basile

Basile e De Luca
Basile e De Luca
di Diego Scarpitti
Lunedì 22 Giugno 2020, 17:51
3 Minuti di Lettura
La settima tappa, la prima in Campania. Dopo Torino, dove tutto storicamente ha avuto inizio, Losanna, Milano, Assisi, Città del Vaticano e Matera, la fiaccola delle Universiadi arrivava, precisamente un anno fa, ad Avellino: 22 giugno 2019. Un tour all’insegna dello sport, dispensando un messaggio universale di pace e fratellanza. Nell’abbazia di Montevergine la benedizione della torcia da parte di padre Riccardo Luca Guariglia.

«Grande emozione e una bella cornice di pubblico», racconta l’ex commissario straordinario Gianluca Basile, avellinese doc. «Sembra sia passato un secolo». Tedoforo nella sua città e passaggio di testimone. Intervennero diversi campioni: Carmine Tommasone, Giuseppe Vitale ed altri sportivi. «Si trattò di una bella manifestazione, in vista dell’arrivo delle delegazioni internazionali», ricorda Basile. «Una città in festa, una Campania che si preparava ad ospitare nel migliore dei modi gli atleti. Giorni complessi e complicati, macchina organizzativa imponente. Si percepiva tensione e voglia di fare bene, con la preoccupazione che tutto dovesse procedere per il verso giusto».

30esima edizione estiva dei Giochi universitari «non un’attività ordinaria. E’ stata una prima volta per tutti, anche per le Federazioni sportive. Entusiasmo e tensione», sottolinea Basile.
 

Tra i 70 impianti ristrutturati, con lo sforzo finanziario della Regione Campania, lo stadio Partenio-Lombardi, sede delle gare di tiro con l'arco. Opere di adeguamento relative a spogliatoi, luoghi di accoglienza degli organi di stampa e delle delegazioni accreditate: importo di 674.376,73 euro. E proprio laddove 30 anni fa si disputò la finale di Coppa Uefa (16 maggio 1990) tra Juventus e Fiorentina. Presente sugli spalti l’ingegnere Basile. Finì a reti inviolate (0-0) ma prevalsero i bianconeri allenati da Dino Zoff, il primo tecnico a conquistare il trofeo da portiere nel 1977. In maglia viola il casertano Giuseppe Volpecina, che vinse lo scudetto di categoria nel 1979 con la Primavera del Napoli, allenata dal compianto Mario Corso. Il terzino sinistro campano festeggiò il primo tricolore con il Napoli di Ottavio Bianchi nel 1987 e siglò il gol del 3-1 (medesimo risultato dell’andata di Coppa Uefa vs i gigliati) alla Juventus a Torino, città natale delle Universiadi nel 1959, per volere di Primo Nebiolo.
 
 

«A detta di tutti Universiadi 2019 un evento di alto livello, superate le aspettative iniziali. Un successo di pubblico, soprattutto a Napoli. Una bella kermesse e una vetrina per la Campania. Si sono avvicinati tanti giovani, con il coinvolgimento delle università. Una manifestazione di giovani per altri giovani provenienti da tutto il mondo, ben figurando all’estero», rivendica orgoglioso Basile. «Scelta strategica il gran numero di impianti sportivi interessati, frutto della lungimiranza del presidente Vincenzo De Luca». Raggio d’azione allargato all’intero territorio regionale, trattandosi di «un evento multisport, secondo soltanto alle Olimpiadi», conclude Basile. Ben 18 discipline interessate e 21 comuni coinvolti nelle 5 province campane.

Ad Avellino si disputò la finale maschile di basket vinta dagli Stati Uniti sull’Ucraina al Palasport intitolato a Giacomo Del Mauro. La fiaccola di Napoli 2019 è, invece, nella Sala De Sanctis di Palazzo Santa Lucia.
Universiadi un miracolo riuscito, una scommessa vinta con il gioco di squadra.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA