Vaccini, terze dosi ad andamento lento:
la svolta con gli over 80

Vaccini, terze dosi ad andamento lento: la svolta con gli over 80
di Antonello Plati
Sabato 9 Ottobre 2021, 08:23 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 20:38
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Procede, ma con preoccupante lentezza, la nuova fase della campagna vaccinale anticovid. Dal 20 settembre (data di avvio) ad oggi, in provincia di Avellino, sono state somministrate appena 682 terze dosi. Dunque, una quarantina al giorno con la media rivista al rialzo soltanto dopo che le Unità mobili dell'Asl hanno iniziato a raggiungere a domicilio sia gli ospiti delle Residenze sanitarie assistite (Rsa) sia quelli delle case di riposo per anziani.

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Per il resto, non sta funzionando l'Open Day rivolto ai trapiantati e agli immunocompromessi (malati oncologici in cura da almeno 6 mesi, dializzati e malati di Aids che possono fare la terza dose dopo 28 giorni dalla seconda): in media una decina al giorno si reca nei centri vaccinali per fare la puntura (per un totale di 194 fino a oggi).

Va meglio con gli ultraottantenni, per i quali l'ente di via Degli Imbimbo ha scelto di attivare un servizio di recall per ottenere il consenso telefonico e quindi fissare l'appuntamento. Ieri nella prima giornata di convocazione presso gli hub territoriali sono state fatte già 164 dosi cosiddette «booster» agli ultraottantenni irpini (sono 30mila 127 in tutti quelli chiamati all'appello). La lista, per il momento, conta 12 mila persone, ovvero quelle che hanno completato il ciclo di immunizzazione (prima e seconda dose) tra fine febbraio e marzo (devono, infatti, passare almeno 6 mesi dalla seconda dose). Dopo i fragili e gli anziani, sarà il turno del personale delle professioni sanitarie e degli operatori di interesse sanitario a partire dai soggetti di età superiore o uguale ai 60 anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di Covid-19 grave o con elevato livello di esposizione all'infezione.

Sfumata la possibilità di fare l'iniezione dal medico di famiglia: dopo l'iniziale disponibilità dei camici bianchi, l'Asl non ha accolto l'invito e l'accordo non è andato in porto. Continua l'attività dei centri vaccinali anche in modalità Open Day per la campagna di massa al fine di raggiungere la copertura totale dell'intera un popolazione irpina. Oggi, le sedi di Avellino (Pala Del Mauro), Bisaccia, Grottaminarda, Lioni e Mugnano del Cardinale oltre a garantire la somministrazione delle seconde dosi come da calendario, saranno aperte dalle 8 alle 14 a tutti i cittadini, a partire dai 12 anni, senza prenotazione, per la somministrazione della sia della prima dose di vaccino e sia della terza addizionale. Giovedì, stando all'ultimo report diffuso dall'Asl, sono state fatte 407 dosi di vaccino. Così suddivise: 217 ad Avellino, 59 a Grottaminarda, 31 a Mugnano del Cardinale, 19 a Bisaccia, 31 a Lioni e 50 presso le residenze sanitarie.

E c'è chi il vaccino proprio non vuole farlo pure ricoprendo ruoli in cui è obbligatorio per legge. È il caso degli operatori sanitari. L'altro giorno, due medici dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino sono stati sospesi dal servizio perché non hanno fatto l'iniezione contro il Covid-19. Per i camici bianchi, stipendio azzerato fino alle fine dell'anno. Dopodiché non è da escludere un nuovo giro di vite con un'estensione temporale del provvedimento disciplinare nel caso il governo nazionale deciderà di prorogare lo stato di emergenza. Un colpo di coda, quando si attendeva solo il responso, da Napoli (dove è istituita un'apposita commissione), sui liberi professionisti, i medici di famiglia e gli operatori delle cliniche private. L'Azienda Moscati ha invece aggiornato il conto, che ormai sembrava chiuso, dei no vax irpini che lavorano nelle strutture pubbliche della provincia di Avellino: 5 in tutto, 3 al Moscati e 2 all'Asl (ma entrambi dopo lo stop sono tornati sui loro passi e quindi sono stati reintegrati). Martedì scorso, inoltre, c'erano state altre due sospensioni di un infermiere e un fisioterapista residenti nella provincia di Avellino ma in servizio all'Azienda ospedaliera universitaria Ruggi D'Aragona di Salerno.

Nelle prossime ore, «l'elenco dei cattivi» dovrebbe allungarsi. Altri particolari potrebbero emergere in una vicenda che sin dall'inizio è stata connotata dal preoccupante (e ingiustificato) oscurantismo sia da parte della dirigenza dell'Asl sia da parte di quella del Moscati. Anche nell'ultima delibera, sottoscritta dal diggì di Contrada Amoretta Renato Pizzuti, non è specificato quanti operatori sanitari siano stati sospesi. La conferma, che si tratti di almeno due medici, è giunta dall'ordine professionale che ha il compito di informare i diretti interessati dei provvedimenti disciplinari assunti.
 

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