Violenza sessuale sulla sorella scena muta davanti al giudice

La ragazza segregata si procurava ferite alla testa per evitare quei rapporti sessuali incestuosi

Violenza sessuale sulla sorella scena muta davanti al giudice
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 28 Dicembre 2022, 09:04
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Atti sessuali sulla sorella segregata in casa e nei confronti anche della sorellina minore: hanno fatto scena muta il fratello 21enne Domenico D'Amore (tratto in arresto il 23 dicembre con le pesanti accuse) e sua madre Maria Guarriello (già detenuta con le accuse di tortura, istigazione al suicidio e maltrattamenti). I due affiancati dall'avvocato Francesco Buonaiuto, davanti al giudice per le indagini preliminari, Fabrizio Ciccone cha ha emesso le misure, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, hanno preferito di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Intanto il loro difensore sta valutando se presentare istanza dinanzi al tribunale del riesame di Napoli.

Di quegli abusi che i due fratelli maschi, Domenico D'Amore e il fratello minore (per il quale procede la procura dei minorenni di Napoli) tentavano di compiere su di lei, sulla sorella che chiese l'intervento dei carabinieri nell'aprile scorso e della sorellina minorenne - ne erano a conoscenza sia la madre, Maria Guarriello (raggiunta da una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse di concorso in violenza sessuale per non averne impedito il verificarsi degli episodi) sia il padre Giuseppe D'Amore.

A quest'ultimo gli episodi di violenza sessuali che si verificavano in sua assenza, gli sarebbero stati riferiti dall'altra sorella e lo stesso pur sapendo non sarebbe mai intervenuto per evitare il ripetersi di tali speciose condotte. La giovane tenuta segregata in casa per tre anni, dopo l'affido ad una casa famiglia, ha raccontato che per divincolarsi da quei tentativi di rapporti sessuali incestuosi, sbatteva violentemente la testa sul materasso al fine di provocarsi delle ferite e far desistere i due fratelli dal loro intento. A porre fine alla prigionia, agli abusi e alle torture alle quali veniva sottoposta la giovane, colpevole di portare il nome della nonna paterna, sono stati i carabinieri dopo la denuncia della sorella.

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La madre carceriera è stata tratta in arresto lo scorso aprile, quando i militari dell'Arma hanno fatto irruzione nell'abitazione e hanno trovato la ragazza incatenata al letto con ben quattro lucchetti. Mentre il padre è stato destinatario del divieto di avvicinamento ai figli. Per loro il processo per le accuse iniziali- si celebrerà il 9 febbraio, con rito abbreviato. Intanto dopo la liberazione delle giovani e le ulteriori indagini dei carabinieri del nucleo investigativo coordinati dal capitano Pietro Laghezza, sono emersi gli episodi di violenza sessuale. Ad avviso degli inquirenti ad istigare i due fratelli sarebbe stata la madre che le apriva volutamente la porta della stanza dove la giovane era rinchiusa, dal 2019, al compimento del 18esimo anno di età. Li avrebbe incitati ad abusare della sorella segregata: «tanto quella è una meglio prima i fratelli».
Dall'ordinanza di custodia cautelare emerge che il vero aguzzino era il fratello minore. Era lui a colpirla con dei calci sulla schiena quando ancora minorenne e non voleva svegliarsi, quando le veniva ordinato di fare i compiti quando ancora andava a scuola. Era sempre lui ad inventare delle bugie per far si che la madre non la facesse mangiare o la picchiasse ulteriormente.
 

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