Violenze in carcere sugli agenti. Il sindacato: «Siamo pronti a manifestare»

L'ultimo episodio avvenuto ad Avellino: pugni e testate ai poliziotti

Un veicolo e un agente della Polizia penitenziaria
Un veicolo e un agente della Polizia penitenziaria
Venerdì 13 Gennaio 2023, 11:34
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«Basta alle aggressioni al personale» che «continuano a verificarsi negli istituti della Campania». É il messaggio dell'Unione Sindacale della Polizia Penitenziaria su un triste fenomeno che continua a ripetersi. L'episodio più recente è comunicato dal presidente e dal segretario regionale dell'Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio. «Al carcere di Avellino - si legge nella nota - si è perpetrato l'ennesimo episodio di violenta aggressione in danno di due poliziotti penitenziari in servizio, per futili motivi. Gli aggressori, due detenuti, un italiano ed uno straniero, hanno agito con pugni e testate; uno dei due brandendo un asta di ferro ha tentato di colpire uno dei due poliziotti, che, per riuscire a schivarla, ha riportato lesioni al braccio. L'altro collega è stato colpito con una testata in faccia  ed entrambi sono stati costretti alle cure in ospedale».

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Questo di Avellino è solo l'ultimo di una serie di episodi del genere. «Qualche giorno fa - ricordano Moretti e Auricchio - un detenuto, figlio di un boss, ha rotto il detto nasale a un agente di Poggioreale. E tutto è avvenuto, come avviene in altri istituti, nell'indifferenza totale dell'Amministrazione penitenziaria». Per i due sindacalisti «quanto sta accadendo dimostra che non si può più perdere tempo. Si corre il rischio ormai che ci scappi il morto». L'Uspp chiede «l'istituzione di un'unità di crisi a livello centrale e un tavolo urgente interistituzionale per introdurre modifiche normative tese a un inasprimento delle pene e delle sanzioni disciplinari». Inoltre, concludono Moretti e Auricchio, «chiediamo la sospensione del regime di gestione aperta per i detenuti colpevoli di questi atti per i quali debbano anche essere negati i benefici di legge». Il sindacato infine proclama «lo stato di agitazione del personale iscritto in Campania», e si dice pronto ad attuare «forme di dissenso e ogni iniziativa utile affinché i nostri appelli siano presi in considerazione dai vertici amministrativi e dal Governo».

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