Atripalda: «Vittorio e il calcio,
la passione della vita»

Atripalda: «Vittorio e il calcio, la passione della vita»
di Alfonso D'Acierno
Giovedì 14 Marzo 2019, 09:29
3 Minuti di Lettura
Era un cuore diviso a metà, quello che ha giocato un brutto scherzo a Vittorio Salvati, quarantaduenne tifoso della Juventus, originario di Atripalda e morto per un malore proprio dopo aver assistito alla gara di Champions tra Juventus e Atletico Madrid. Sostenitore dei bianconeri da sempre, ma anche instancabile supporter dell'Us Avellino, si occupava di consulenza sul lavoro in uno studio di commercialisti ubicato a via Luigi Amabile, nel capoluogo irpino, che condivideva con suo cugino. «Fino al 2009 abbiamo seguito tutte le partite dell'Avellino, sia in casa che in trasferta dichiara il cugino Armando Fedele . Siamo stravolti per la notizia anche perché Vittorio non aveva mai sofferto di cuore, era uno sportivo e controllava continuamente il suo fisico. Per me era come un fratello e sapere di dover andare a lavoro e non trovarlo è davvero terribile».
 
La passione per il calcio prima di tutto. Un amore prima condiviso tra Juventus ed Avellino, sin dai tempi della serie A, e poi consegnato soltanto al club bianconero dopo il primo fallimento del club irpino.
«Insieme abbiamo condiviso lavoro e passione per la stessa squadra, l'Avellino continuato Armando - Dopo il fallimento, poi, io ho abbandonato il calcio mentre lui si è dedicato totalmente al suo primo amore calcistico, la Juventus. Era conosciuto moltissimo nell'ambiente della tifoseria bianconera, soprattutto dai club del Sud Italia. Ha seguito tutte le partite importanti del club piemontese, compresa l'ultima trasferta di Champions a Madrid. L'altra sera il suo amore verso i colori biancoverdi gli è stato fatale. Resterà nelle nostre menti e nei nostri cuori come la persona eccezionale che ha saputo essere in questi anni».
Vittorio era conosciutissimo anche in Curva Sud, avendo seguito per anni le gesta dell'Us Avellino 1912 militando tra le fila dello storico gruppo dei South Boys di Mercogliano. «In casa ed in trasferta era sempre con noi dichiara Mario Valente, uno dei responsabili del gruppo mercoglianese era una persona eccezionale e sempre disponibile. Abbiamo girato l'Italia intera in furgone per sostenere il nostro Avellino. Di lui ricorderò sempre il modo di amare la vita e, soprattutto, suo figlio più di ogni cosa al mondo. Sapere che oggi non è più tra noi mi addolora tantissimo. Lo ricordo come un ragazzo solare, pieno di entusiasmo, che non si demoralizzava nei momenti duri e che sapeva risollevarti quando le cose non andavano». Dopo il fallimento dell'Avellino, Vittorio aveva deciso di dedicarsi calcisticamente soltanto alla Juventus. Sempre presente alle partite più importanti e quando poteva amava raggiungere lo Stadium. Sono numerosi gli incontri internazionali che insieme al figlioletto ha seguito negli ultimi anni, inseguendo quell'ossessione chiamata Champions League che purtroppo non potrà più sognare. Una coppa che aveva già visto sollevare dal club bianconero nel 1996 e perdere un anno dopo a Monaco di Baviera. «Anche se non conoscevo personalmente Vittorio ho avuto modo di vederlo più volte alle partite dice Severino D'Onofrio dello Juventus Club di Prata P.U. abbiamo affrontato una lunga trasferta insieme, quella di Monaco di Baviera nel 1997, quando sfortunatamente la Juve perse la finale di Coppa campioni contro il Borussia Dortumund. Il lungo viaggio trascorso insieme mi consentì di scambiare qualche opinione con lui reputandolo una persona estremamente competente in campo calcistico. È una tragedia che non ci voleva e colgo l'occasione per esprimere la mia vicinanza, ma anche quella dell'intera famiglia bianconera, alla sua famiglia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA