Non era più agli arresti domiciliari da tre giorni e così ha deciso di recarsi, con tre coltelli, a casa della ex per minacciarla. Un comportamento che un quarantenne beneventano, disoccupato, residente a Pacevecchia, ha pagato con il ritorno ai domiciliari. Questa mattina l'uomo sarà interrogato dal gip Vincenzo Landolfi, chiamato a convalidare l'arresto.
L'allarme è scattato lunedì intorno alle 21. Una telefonata alla centrale operativa del 113 da parte di una donna, che vive al rione Libertà, non si prestava a dubbi o interpretazioni. «Il mio ex è venuto sotto casa e al citofono mi ha già minacciato di morte più volte. Ho paura per me e per i miei figli». Un allarme che ha subito fatto scattare l'intervento degli agenti della Squadra Mobile con il vice questore Flavio Tranquillo. I poliziotti hanno raggiunto subito l'edificio del rione Libertà dove vive la donna, vittima delle minacce.
Davanti al portone del palazzo gli agenti hanno trovato l'uomo, visibilmente alterato.
Una volta arrivati in Questura è stato ricostruita tutta la vicenda, l'ennesimo caso di violenza sulle donne e della voglia di sopraffazione di alcuni uomini che non accettano la fine delle relazioni. L'uomo fino all'11 novembre era colpito da un provvedimento di arresti domiciliari emesso otto mesi fa da parte del gip Vincenzo Landolfi dopo che la donna, dopo una relazione durata qualche anno, aveva deciso di porre fine al rapporto con il 40enne. La donna, infatti, assistita dall'avvocato Gerarda Vetrone, aveva presentato una serie di denunce che attestavano i continui maltrattamenti a cui la veniva sottoposta. Una serie continua di comportamenti ricostruita dai carabinieri che avevano ricevuto quelle denunce che attestavano l'impossibilità di una vita di coppia.
La Procura, così, faceva scattare la particolare procedura vigente per la tutela delle donne minacciate, e pertanto a conclusione di questi accertamenti chiedeva che venissero disposti gli arresti domiciliari. Misura che veniva concessa dal gip e confermata anche dopo l'interrogatorio di garanzia. L'uomo veniva difeso in questo procedimento dall'avvocato Gerardo Giorgione, che nei giorni scorsi aveva presentato una istanza tendente a porre fine agli arresti domiciliari, basandola su una serie di elementi giuridici e comportamentali che convincevano il magistrato a far tornare in libertà l'uomo senza alcuna prescrizione. Un ritorno alla libertà che però ha visto l'uomo reiterare i comportamenti minacciosi. Dopo l'arresto fatto dagli agenti della Squadra Mobile è stato informato il magistrato di turno presso la Procura, il sostituto procuratore Marilia Capitanio, che ha deciso il ritorno agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Pacevechia. L'uomo ha confermato come suo difensore Gerardo Giorgione. Per il quarantenne è scatta una nuova imputazione per minacce e detenzione dei coltelli.