«Abusi su alunno», ora l'interrogatorio:
«La prof sta vivendo momenti terribili»

«Abusi su alunno», ora l'interrogatorio: «La prof sta vivendo momenti terribili»
Domenica 11 Settembre 2022, 11:19 - Ultimo agg. 12 Settembre, 11:33
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Mercoledì mattina per la prima volta A.D.D., la 38enne docente di lettere beneventana finita agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale in danno di un alunno di dodici anni, incontrerà un magistrato. Il suo legale, l'avvocato Angelo Leone, in queste ore sta esaminando tutti gli atti del fascicolo che hanno portato il gip Pietro Vinetti ad adottare il provvedimento restrittivo di sabato mattina. Soltanto al termine di questo esame il legale stabilirà l'atteggiamento che l'indagata dovrà avere davanti al magistrato, cioè se rispondere alle contestazioni o avvalersi della facoltà di non rispondere. «La mia cliente vive momenti terribili - dice l'avvocato Leone - sia per lei, sia per i suoi familiari perché la notizia ha suscitato reazioni violentissime sui social. Una vicenda, tra l'altro, il cui svolgimento ritiene sia del tutto diverso da come è stato ricostruito finora dall'accusa». E al centro del fascicolo che ha portato all'incriminazione della donna vi è una perizia di un esperto di Palermo, Alessandro Perri, specializzato in informatica con un curriculum di rilievo, che ha preso visione soprattutto del contenuto del telefono della docente: ne è venuta fuori una relazione di ben seicento pagine che ricostruisce tutte le fasi degli accertamenti, le caratteristiche delle apparecchiature esaminate e i messaggi trovati sul telefono che risalgono a un periodo, relativamente breve, in cui si è sviluppato il rapporto tra docente e alunno. Quindi si parte dopo la prima decade di marzo. Poi l'intensificarsi dei messaggi in particolare alla fine del mese. Oltre alla relazione cartacea, il perito ha sintetizzato la sua attività anche utilizzando alcuni dvd proprio per rendere più facile la ricostruzione per quanti dovranno confrontarsi con il fascicolo.

Agli atti vi sono chiaramente anche le denunce presentate dai genitori del minore con le dichiarazioni rese dal dodicenne.

In particolare le dichiarazioni rese agli inquirenti, i carabinieri della stazione di Arpaia, coordinati dal sostituto procuratore Assunta Tillo, con l'apporto di un psicologo. L'alunno ha sostenuto che il 31 marzo ci sarebbe stato questo unico scambio di effusioni (un bacio) tra lui e la docente, e che sarebbe avvenuto all'interno dell'edificio scolastico nella sala dei professori. Una dichiarazione resa solo dal minore. È chiaro che le varie dichiarazioni raccolte sono state oggetto di valutazioni da parte degli inquirenti. Anche se le indagini dal momento della presentazione della denuncia si estendono per sei mesi, in realtà il lavoro dei carabinieri e della Procura si era concluso a metà luglio, quando la richiesta di arresti domiciliari è giunta al vaglio del gip che ha esaminato in questo ultimo periodo tutto l'incartamento. Del resto la situazione, data la delicatezza andava approfondita in tutti i suoi aspetti. Si è tenuto conto anche che la docente non essendo più presente nella scuola di Paolisi per il minore c'era stato un ritorno alla normalità. Infatti la docente era supplente con un incarico a tempo determinato al posto di un'altra insegnante. Ma in ogni caso di fronte alla denuncia dei genitori e della dirigente scolastica il rapporto di lavoro si era interrotto. Ma questo allontanamento della docente dal mondo della scuola, non è stato ritenuto sufficiente dalla Procura e dal Gip che hanno ravvisato che «l'interruzione del rapporto lavorativo cautelativamente applicato, in sede disciplinare non è apparsa sufficiente a prevenire il rischio di contatti personali e telematici con minori».

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In questi mesi trascorsi dopo la prima denuncia non erano mancati gli interventi dell'avvocato Paolo Abbate, che assiste il minore e i suoi genitori, e dell'avvocato Angelo Leone che difende la docente. Quest'ultimo aveva fatto ricorso al Riesame del Tribunale di Benevento chiedendo la restituzione del telefonino e del computer sequestrato alla docente. Un'istanza a cui però nell'udienza del 12 aprile, aveva rinunciato per dare spazio alle ulteriori indagini.

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