Accuse di usura negli istituti bancari,
chiesto il rinvio a giudizio per 6 dirigenti

Accuse di usura negli istituti bancari, chiesto il rinvio a giudizio per 6 dirigenti
Venerdì 8 Aprile 2022, 09:37 - Ultimo agg. 14:34
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Un caso di usura bancaria con sei indagati davanti al gup Maria Di Carlo, vede il rinvio a un'udienza fissata il 3 novembre per procedere ad alcuni approfondimenti. Un caso che, tra l'altro, ha visto già precedenti pronunciamenti e che si trascina da tempo. Ora il gup, nell'udienza di ieri mattina, ha invitato il pm, presente in udienza Maria Colucci, (chi ha chiesto le imputazione è stato il sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa), a formulare con maggiore precisione il capo di accusa, la cui genericità, era stata eccepita dalle difese degli indagati.

Nell'udienza di novembre si deciderà anche se potrà essere in giudizio la parte civile. Gli indagati sono Gianraffaele Cotroneo, beneventano, all'epoca dei fatti presidente del Cda della Banca del Lavoro e del Piccolo risparmio (filiali di Benevento e Avellino) dal 25 maggio al 31 dicembre 2010; Claudio Romanino, di Napoli, procuratore e rappresentante della banca Agrileasing dal 2005; Giovanni Boccuzzi, di Roma, vicedirettore generale della Banca Agrileasing dal 2006; Pierluigi Montefusco, di Cesinali, direttore di Intesa San Paolo (filale di Benevento) dal 18 giugno 2003 al 18 aprile del 2004; Michele Conti, di Castello di Cisterna, direttore filale Intesa San Paolo (Benevento) dal 1 luglio 2004 al 20 maggio 2007 e Roberto Cupellari, di Sant'Angelo a Cupolo, direttore Intesa San Paolo (filiale di Benevento) dal 21 maggio 2007, al 14 giugno 2009.

Coinvolti dunque i vertici e alcuni direttori di tre istituti bancari: ex Banca del lavoro e del piccolo risparmio, Banca Agrileasing, oggi Iccrea Banca Impresa Spa, e Banca Intesa San Paolo.

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Le indagini si sono svolte dopo che una società era stata dichiarata fallita nel 2009 e si sono protratte tra il 2012 e il 2013. A dare il via alle indagini le denunce presentate dal legale rappresentante della società fallita che lamentava appunto i presunti tassi usurai sui prestiti concessi all'azienda. Il legale rappresentante di questa azienda è assistito dall'avvocato Federica Ventorino, presente all'udienza di ieri mattina come i difensori degli indagati, gli avvocati Sergio Rando Antonio Della Porta, Marcello Candemi.

Secondo l'accusa, gli indagati concedevano prestiti alla società poi fallita sui conti correnti ad essa afferenti e accesi con tassi usurai. Nel 2015 il pm aveva incaricato un proprio consulente che aveva offerto tre ipotesi di calcolo dei tassi per ciascuna banca. Il superamento dei tassi di usura si aveva solo in alcuni trimestri e semestri, Nel 2017 la Procura aveva chiesto l'archiviazione, alla quale si era opposta la parte offesa. Il gip aveva ordinato altri sei mesi di attività investigativa, al termine dei quali aveva deciso, nel giugno del 2018 l'archiviazione, in assenza di opposizione. Nuovo ricorso dell'imprenditore per un vizio di notifica. Nuova opposizione con camera di consiglio dinanzi al gip Loredana Camerlengo che faceva scattare, nel marzo del 2021, l'imputazione coatta. Il gip infatti affermava, nel suo provvedimento, «che dall'incarto processuale deve ritenersi compiutamente integrata, l'ipotesi di reato contestata».

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