Acqua, a Benevento arriva la proroga
tra i veleni: «Vergogna, sia pubblica»

Acqua, a Benevento arriva la proroga tra i veleni: «Vergogna, sia pubblica»
di Paolo Bocchino
Giovedì 30 Giugno 2022, 10:46 - Ultimo agg. 10:55
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«Mi assumo in prima persona la responsabilità di quest'atto con la certezza che stiamo operando nell'interesse collettivo. E se anche dovessero contestarmelo, risponderò che l'ho fatto per i cittadini». Un Clemente Mastella tetragono a polemiche e insidie giudiziarie ha fatto da preludio al voto del Consiglio comunale che ha sancito la prosecuzione del rapporto convenzionale con Gesesa oltre la scadenza trentennale. Un anno l'estensione prevista, ma del doman non v'è certezza dati i ritardi biblici dell'Ente idrico campano nell'individuare il gestore.

L'accelerazione potrebbe arrivare dalla costituzione dell'Ambito idrico Sannio, rilanciata ieri dal sindaco: «Ho parlato nelle scorse ore con Bonavitacola. È in dirittura d'arrivo». Ma incombeva la deadline odierna del 30 giugno, e qualcuno doveva dire a Gesesa se andare avanti. Assenso che è arrivato dall'assise, alle condizioni rimodulate nel 2018 con la delibera tuttora al centro di procedimento penale. Circostanza che ha rappresentato il convitato di pietra della seduta. Le vicende giudiziarie sono rimbalzate a più riprese nelle tre ore di dibattito, spesso velenoso, seguito in permanenza dal comitato Acqua Bene Comune che al termine ha lasciato esclamando: «L'acqua deve essere pubblica, vergogna». Presente padre Alex Zanotelli.
Concetti sposati dagli oppositori Civico22 e Prima Benevento. «Concordo sulla prevalenza del capitale pubblico - ha replicato Mastella - Ma non ho deciso io l'assetto di Gesesa, bensì altri che mi hanno preceduto e che erano vicini a chi ora mi critica pretestuosamente.

Gestioni pubbliche come Alto Calore, con 200 milioni di debito, non mi sembrano modelli virtuosi».



Le parole del primo cittadino hanno dissipato le residue incertezze che aleggiavano in maggioranza. Dubbi che i 21 voti finali (assente il solo Gerardo Giorgione) non lasciano trasparire. Ondeggiamenti rinfocolati ad arte dalle opposizioni. «Non possiamo non tenere conto che la delibera oggi in approvazione prolunga le condizioni contrattuali contestate penalmente dalla magistratura», ha messo in guardia Vincenzo Sguera. «Oggi non dovremmo essere qui perché la competenza, come attestato dalla stessa maggioranza, non è del Comune», rilevava Giovanna Megna di Civico22. Duro l'affondo di Rosetta De Stasio: «Si sta facendo il gioco delle tre carte con evidente dolo perché la scadenza era nota da trent'anni ma si è voluto giungere all'ultimo istante». Di «ritardo inspiegabile nell'affrontare la questione» ha parlato anche il democrat Giovanni De Lorenzo, che ha poi evidenziato: «Nei 12 mesi di proroga non ci sarà l'individuazione del gestore». Dai banchi del Pd la capogruppo Floriana Fioretti ha aggiunto: «Il Comune si sostituisce all'Eic ma non potrebbe. Questa delibera è irricevibile».

Il fuoco di fila delle minoranze è stato spezzato da Antonio Capuano: «Si fa demagogia. È malafede non riconoscere che il servizio idrico è soddisfacente». Luigi Scarinzi ha derubricato la questione: «Non vedo scandali, si sta semplicemente evitando disordine amministrativo così come fatto a Telese». Per Rosario Guerra «una delibera da votare in piena consapevolezza». Ha provato a riaprire la partita il leader di Apb, Luigi Diego Perifano: «La proroga andava subordinata a una verifica su qualità della risorsa idrica, efficacia della depurazione, entità delle tariffe. Siamo a conoscenza di molteplici aspetti che non denotano una corretta gestione. Pochi giorni fa Arera ha comminato a Gesesa una sanzione da 83mila euro per aver leso i diritti degli utenti in materia tariffaria». Per Perifano ha citato anche le vicende giudiziarie e ha concluso: «Procedura stravagante. Mai visto che la Giunta dia indirizzi operativi al Consiglio comunale». «Si darà indirizzo al dirigente, la delibera è chiara» ha replicato in punto di diritto il vicesindaco Francesco De Pierro. Che in apertura aveva inquadrato la ratio del provvedimento: «Una soluzione transitoria, necessitata dal particolare contesto normativo che assegna la potestà di individuare il gestore a un organo sovracomunale. Gare per un periodo breve e imprecisato sarebbero state impraticabili, così come un ipotetico affidamento in house. Perché si è attesa la scadenza? Confidavamo in tempi più solleciti da parte dell'Eic. Al posto nostro - ha chiosato De Pierro rivolgendosi alla minoranza - vi sareste determinati allo stesso modo.

Nell'intervento di chiusura Mastella ha rivendicato la presentazione della delibera a propria firma, differentemente da quanto avvenuto nel 2018 quando a proporla fu Mario Pasquariello. Iniziativa costata un rinvio a giudizio al delegato ai Lavori pubblici, che ha incassato almeno il convinto applauso di solidarietà dalla maggioranza. Il sindaco ha inoltre incalzato Angelo Moretti: «Sei per l'acqua pubblica, ma ti piace il welfare privato». Riferimenti all'attività manageriale dell'oppositore che ha provato a ribattere ma è stato costretto al silenzio, tra le polemiche, dal presidente Parente per la prassi che impedisce controrepliche al sindaco.

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