È stato rinviato a giudizio un romeno di 47 anni abitante in un centro dell'hinterland beneventano. La decisione è stata adottata dal gup Pietro Vinetti, che ha confermato le richiesta del sostituto procuratore Gabriella Di Lauro. L'uomo il 23 maggio comparirà davanti al magistrato per il giudizio. Il suo difensore Fabio Russo ne aveva chiesto il proscioglimento. Diversa la posizione di Valeria Cruda, avvocato della donna, che ha chiesto il rinvio a giudizio. L'uomo risponde di maltrattamenti e violenza sessuale ai danni della ex convivente, una 35enne romena e madre di tre figli.
Sul caso hanno indagato i carabinieri che hanno soffermato i loro accertamenti su fatti risalenti a un periodo compreso tra il 2014 e novembre del 2020. In base alla imputazione l'uomo «metteva in atto una pluralità di azioni vessatorie sia morali che fisiche e psicologiche reiterate nel tempo, nei confronti dell'allora convivente. La donna veniva malmenata quando si rifiutava di bere con lui o di fare sesso. Tra l'altro l'aveva costretta ad atti sessuali anche nel periodo di gravidanza. Inoltre la minacciava di morte ed era solito affermare se mi denunci, quando esco dal carcere, ti cerco, ti trovo e ti ammazzo». Spesso l'uomo era in preda all'alcol. È accusato anche di aver aggredita brandendo con un piede di porco minacciandola di spaccarle la testa.
Nell'aprile del 2020 in stato di ubriachezza la minacciava di morte e contestualmente la percuoteva con schiaffi al volto e percosse su tutto il corpo rompendo il suo telefonino con un martello.
E nello stesso anno la cacciava di casa minacciandola di spezzarle le braccia. «Tutte condotte - sostiene il magistrato nella richiesta di rinvio a giudizio - che pur se realizzate in momenti differenti ma in maniera costante e prolungata risultano collegate da nesso di abitualità e avvinte nel loro svolgimento dall'unico intento criminoso di ledere l'integrità psicologica, morale e fisica della persona offesa tanto da rendere del tutto impossibile la convivenza». La donna stanca di subire questi trattamenti si era rivolta ai carabinieri. Il romeno resosi conto di ciò aveva dato inizio a una serie di comportamenti che avevano fatto scattare l'accusa di stalking. L'uomo l'avrebbe tormentata, contattandola ripetutamente per chiederle di rimettere la querela sporta nei suoi confronti e per intimorirla ulteriormente le aveva inviato via Whatsapp la foto di una loro connazionale assassinata dal suo convivente.
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