Angiografia al Rummo, la burocrazia frena il trasloco dell'Utic

Sei medici dell'azienda ospedaliera hanno rassegnato le dimissioni volontarie

L'ospedale San Pio
L'ospedale San Pio
di Luella De Ciampis
Giovedì 9 Febbraio 2023, 09:13 - Ultimo agg. 09:31
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Al Rummo è «caccia alla 7301», mentre si assiste all'esodo di sei medici, quattro dei quali dell'emergenza-urgenza che hanno rassegnato le dimissioni. Nelle ultime ore, è partita la ricerca spasmodica dei locali che rispondono ai requisiti di autorizzazione previsti dal provvedimento regionale 7301, per spostare l'Unità coronarica e installare uno degli angiografi pronti alla consegna.

In pratica, per poter effettuare anche un trasloco da un reparto all'altro, è necessario che ci siano i requisiti minimi per ottenere l'autorizzazione dall'Asl alla realizzazione e all'esercizio delle attività sanitarie e sociosanitarie delle strutture pubbliche e private. In molte aree dell'ospedale cittadino, come in altre aziende ospedaliere del territorio regionale, mancano le autorizzazioni necessarie affinché alcuni reparti siano abilitati a essere utilizzati. Per questo motivo, la chiusura di alcune unità operative effettuata nel corso della pandemia per reperire posti letto Covid, ha determinato la paralisi del Rummo che non riesce a riportare i reparti ordinari nei locali che occupavano prima.

Infatti, con grande fatica, si è riusciti a riaprire il reparto di Neurochirurgia cui dovevano seguire altre riaperture che non sono avvenute. In questa fase, necessita più che mai che il Rummo entri in possesso delle autorizzazioni necessarie sia per sbloccare la paralisi degli altri reparti che quella dell'emodinamica che sta creando disagi alla Cardiologia ma anche al Moscati di Avellino dove, nella tarda serata di ieri, sono arrivati due infartuati provenienti dal Sannio.

«Il caso agiografi all'ospedale di Benevento - dice Massimo Imparato, coordinatore sanità pubblica privata e terzo settore Cisl Fp Irpinia Sannio si è trasformato in un'impasse che rischia di mettere in pericolo la vita dei cittadini beneventani. Il reparto di Cardiologia-Utic con Emodinamica del Rummo non può continuare a lavorare senza questi macchinari salvavita, per cui è necessario sbloccare la situazione. Per questo, chiediamo di poter aprire un tavolo in Prefettura con le altre istituzioni affinché si possano velocizzare i tempi di installazione degli angiografi e affinché l'intervento del prefetto Carlo Torlontano aiuti a dare garanzie ai cittadini e risposte concrete in tempi ragionevoli, che non siano, possibilmente, quelli della sanità campana». A parte la rottura dell'angiografo conclude Imparato - c'è da superare lo scoglio burocratico dell'autorizzazione dell'Asl cui, successivamente, deve far seguito quella del Comune, per poter trasferire l'Utic in altri locali e installare l'angiografo nell'Unità coronarica.
«Le patologie legate a questo tipo di macchinari - conclude Imparato - sono legate proprio alla tempistica perché si tratta di pazienti che arrivano con infarto del miocardio che sono costretti a essere trasferiti all'azienda sanitaria più vicina perché, in questi casi, anche un minuto può fare la differenza».

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Intanto, sei medici dell'azienda ospedaliera hanno rassegnato le dimissioni volontarie. Si tratta di due dirigenti medici di Medicina d'urgenza e Pronto soccorso, di due dirigenti medici di Chirurgia d'urgenza, di un dirigente medico di Neurologia e di un dirigente medico di Medicina interna, nel presidio ospedaliero Sant'Alfonso Maria dei Liguori. «Questo commenta Guido Quici, presidente nazionale Cimo Fesmed è anche il risultato del mancato affidamento degli incarichi promessi da mesi. È significativo quanto è accaduto in medicina d'urgenza dove nessuno aveva i requisiti che maturano solo quando vengono attribuiti gli incarichi che consentono la crescita professionale. Far lavorare il personale medico in alcuni settori senza possibilità di fare carriera, significa favorire la fuga dall'ospedale». È chiaro che le responsabilità, soprattutto nei reparti dell'emergenza-urgenza, sono tante per cui il personale medico, che pure si impegna a fondo per garantire le cure ai pazienti, è sfiduciato dai segnali negativi che arrivano e chiede di andare via. Sulla vicenda è intervenuta anche l'associazione "Io x Benevento". «Prendendo atto - scrive in una nota - di tutti gli interventi che, ormai da tempo, denunciano lo stato in cui in cui versa l'ospedale, rimaniamo in attesa di interventi da parte degli organi di controllo preposti, pur valutando la possibilità di organizzare uno sciopero della fame per richiamare l'attenzione di istituzioni e autorità giudiziaria e mettere la parola fine a una situazione incresciosa».
 

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