Annurca, il caro energia zavorra
per la mela: «Metà aziende a rischio»

Annurca, il caro energia zavorra per la mela: «Metà aziende a rischio»
di Vincenzo De Rosa
Domenica 23 Ottobre 2022, 11:28 - Ultimo agg. 11:45
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Iniziata sul finire di settembre è in pieno svolgimento la campagna di raccolta della mela Annurca. La «regina» delle mele che nel corso degli ultimi anni ha saputo ritagliarsi un spazio sempre maggiore sul mercato ortofrutticolo sia nazionale che internazionale. Dal 2006 all'Annurca è stato riconosciuto il marchio di Indicazione geografica protetta (Igp) con la denominazione di «Melannurca Campana».

Prodotta in 137 Comuni di tutte le 5 province, è però nel Sannio, in particolare a Sant'Agata de' Goti, che il frutto ha raggiunto una fortissima identificazione con il territorio divenendo produzione tipica e di eccellenza.

La raccolta della mela annurca avviene quando il frutto non è ancora del tutto maturo. Il processo di maturazione si completerà a terra, nei melai e terminerà a fine dicembre. Così l'annurca si fa paesaggio, nota di colore che arricchisce la prospettiva di pianori e colline ed è facile imbattersi, percorrendo le strade del Sannio, nei campi dove le mele pian piano arrossano, curate da mani sapienti che ne controllano il grado di maturazione per esporre al sole la faccia più acerba. 

La raccolta 2022 si sta rivelando buona, spiega Giuseppe Giaccio, presidente del «Consorzio Melannurca Campana Igp» che riunisce produttori delle province di Benevento, Napoli e Caserta. I problemi, però, sono quelli comuni anche ad altri comparti e legati ai rincari energetici. «La mela annurca sottolinea il numero uno del consorzio - si fa sempre più spazio nel mercato ortofrutticolo nazionale e internazionale. Un comparto in crescita che però quest'anno dovrà fare i conti con le conseguenze di rincari che per i produttori sono stati importanti, sia nella fase della raccolta che in quella della conservazione, senza escludere tutte le fasi di produzione. La mela necessita di tanta acqua e, per essere conservata per così tanti mesi, ha bisogno di celle frigorifere. Per questo l'aumento dei costi dell'energia elettrica avrà un'incidenza maggiore rispetto al passato». Per Giaccio «parliamo di costi in alcuni casi quadruplicati a fronte di un prezzo di vendita che rischia di restare fermo ai livelli dello scorso anno. Su questo è presto per avere un dato preciso perché la campagna commerciale non è ancora entrata nel vivo». Capire le conseguenze di questa situazione al momento non è facile, ma è tanta la preoccupazione tra i produttori del consorzio. «Con i costi che stiamo affrontando sottolinea Giaccio non posso escludere che le aziende agricole, soprattutto le più piccole, possano decidere di interrompere la produzione. Ma sia chiaro che è l'intero comparto in sofferenza e la questione non può essere trattata come una problematica solo locale». 

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Difficoltà ben note alle organizzazioni di categoria. I ricavi, anche volendo essere ottimisti, spiegano Alfonso Del Basso e Carmine Fusco rispettivamente componente della giunta regionale e presidente provinciale di Cia, non arriveranno mai a coprire i rincari di gasolio ed elettricità. «I produttori hanno dovuto inoltre affrontare ricordano anche i danni dovuti a grandine e parassiti. Fortunatamente, nel complesso, la qualità di quest'anno è buona così come la pezzatura delle mele. Non possiamo lamentarci su questa prima fase di commercializzazione, ma ricordiamo che si tratta delle primizie. Sarà importante vedere quale sarà la risposta del mercato».

Per Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, è tempo di affrontare anche per questo comparto una seria discussione sulla filiera: «I produttori stanno avendo grandi difficoltà nell'affrontare i maggiori costi di produzione. Ecco perché come Coldiretti sosteniamo la necessità di arrivare ad un contratto di filiera che sia chiaro e che tuteli i produttori stessi. Non si può aspettare di arrivare al frutto maturo per andare sul mercato, chi produce deve sapere già prima della potatura che tipo di prodotto vuole il cliente». 

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