Qualcosa si muove, a Benevento, sul fronte dell’arte contemporanea. Apre una nuova galleria, si chiama #apis+ e il titolo, oltre a richiamare la laboriosità dell’insetto, è l’acronimo di arte, pittura, installazione e studio. L’ha aperta in uno dei punti storici della città – la zona che dal corso principale porta al teatro Romano, di grande fascino - Marco Victor Romano, artista di 35 anni, nato nel capoluogo sannita in cui è tornato dopo una lunga permanenza all’estero, soprattutto in Germania: «Credo molto nel Sud, nell’Italia, nella vita che si fa qua e nelle possibilità di creare e diffondere arte che ci sono da noi», dice, motivando la scelta di lasciare le vie “facili” della scena europea.
Il progetto è quello di far conoscere i grandi interpreti e lanciare i talenti per fare di Benevento un punto di riferimento dell’arte contemporanea: «Mi dispiace che molti dei miei concittadini e i campani in generale non conoscano l’esistenza di capolavori di Warhol o Beuys nella loro regione” dice Romano.
Per ora la vita della nuova galleria inizia da lui: “L'impossibile che si Manifesta” è il nome della sua mostra, in programma fino a metà maggio. 21 installazioni di varia tecnica: dipinti, video, foto, NFT, ricostruzioni in 3D, realtà virtuale e aumentata che parlano del carattere multidisciplinare della location, frutto di una sua ricerca su ologrammi e olografie iniziata dalla tesi di laurea. “Informazioni della luce registrate su vetro, sviluppi delle intuizioni sull’ottica applicata elaborate da Denis Gabor, premio Nobel 1971. Le declinazioni di queste scoperte in campo artistico sono sorprendenti” dice ancora Romano. Ne vengono fuori materiali disparati, “assemblaggi di oggetti che apparentemente non hanno senso perché attingono ai diversi livelli profondità dell’opera, rimandi a simbolismi esoterici: l’artista è sempre un po’ alchimista, vicino al sacro”.
Con l'arrivo dell'estate seguirà la mostra di Annalisa Ferraro, poi l’operazione di diffusione e rilancio di linguaggi ed artisti, di consolidamento di #apis+ come faro di divulgazione e fucina di novità continuerà. Nel mirino i fasti del principe dei galleristi campani, nel cuore l'idea di coinvolgere una stella dell'arte sannita nel mondo: «Mi piacerebbe poter essere per la mia città ciò che fu Lucio Amelio per Napoli. E il sogno sarebbe far conoscere la galleria a Mimmo Paladino».