Appalti truccati, 21 contestazioni:
la bufera travolge il super dirigente

Appalti truccati, 21 contestazioni: la bufera travolge il super dirigente
Venerdì 26 Novembre 2021, 09:54 - Ultimo agg. 27 Novembre, 20:41
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Anche l'emergenza pandemia con le norme per evitare i contagi era finita tra le sue competenze. L'ingegnere Michelantonio Panarese, 58 anni, sindaco di Buonalbergo, ma residente in città, era non solo un elemento centrale nell'apparato della Provincia ma anche colui a cui affidare i compiti emergenziali. Gli arresti domiciliari, scaturiti nell'ambito delle indagini dei carabinieri sulle irregolarità sugli appalti, hanno suscitato scalpore, in rapporto ai delicati incarichi che rivestiva, e anche perché tra gli indagati è quello che annovera il maggior numero di contestazioni. Ben 21. Il suo curriculum è stato sempre ricco di incarichi, nel 1999 era direttore presso l'agenzia del territorio di Rimini, poi dell'agenzia per il Demanio a Benevento. Nel 2005 è entrato a far parte dell'apparato della Provincia, dove la sua carriera è stato un susseguirsi di compiti di rilievo, pur avvicendandosi presidenti provenienti da forze politiche diverse. In particolare ha operato nei settori dell'edilizia pubblica e scolastica, progettista direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori. Poi ha aggiunto le deleghe alla viabilità e alla forestazione e nel 2015 è giunto anche l'incarico di energy manager per gli edifici di proprietà della Provincia e quindi ha dovuto sovrintendere anche alla ex caserma Guidoni da tempo sede di uffici giudiziari.

In pratica era diventato il centro nodale di tutte le problematiche degli edifici di proprietà della Provincia, ma soprattutto per le sedi scolastiche degli istituti superiori la cui gestione per legge è demandata alla Provincia. Tutti i dirigenti scolastici, oltre alla trafila burocratica per le varie problematiche riguardanti l'edilizia, hanno finito con l'aver un canale diretto con Panarese. E quando si svolgevano riunioni in Tribunale e in prefettura, spesso Panarese era presente per conto della Provincia. Anche nei mesi scorsi quando più volte alla settimana ci si riuniva per esaminare la situazione pandemica a essere collegato on line c'era sempre Panarese.

A questa sua attività alla Provincia aveva aggiunto anche quella politica a Buonalbergo, suo comune di origine, dove nel 2011 fu eletto consigliere comunale e nel 2016 sindaco. A ottobre è giunta la rielezione per una altro mandato quinquennale.

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Un personaggio del tutto diverso, invece, viene descritto dalla Procura di Benevento e dal gip, che hanno vagliato gli elementi raccolti contro di lui. È Panarese, secondo l'accusa, ad aver consegnato una cartellina con dentro mille euro in banconote a una funzionaria della Provincia, l'ingegnere Stefania Rispoli, che denunciò l'episodio ai carabinieri dando così il via alle indagini che poi hanno trovato altri collaboratori ed elementi. Inoltre, sempre secondo l'accusa, Panarese avrebbe commesso irregolarità in altre gare. «Certo i soggetti che operano in settori delicati - sostiene il Gip Loredana Camerlengo che ha emesso le ordinanze - hanno compreso che non si deve parlare al telefono, tuttavia le nuove tecniche di captazione di conversazioni si sono evolute ed hanno affinato le apparecchiature. Si guardi la figura di Panarese che, pur temendo di essere oggetto di indagini penali, non desisteva dal commettere ulteriori e più gravi delitti». E il Gip motiva così gli arresti domiciliari: «C'è il pericolo che se non assoggettato da idonea misura non si asterrà dal reiterare analoghe condotte criminose».

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