«Appalti truccati: nel mirino 23 gare»,
tangenti sul 10-20% degli importi

«Appalti truccati: nel mirino 23 gare», tangenti sul 10-20% degli importi
Giovedì 25 Novembre 2021, 08:19 - Ultimo agg. 20:43
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Ventitré appalti della Provincia finiti sotto inchiesta, otto arresti domiciliari e dieci misure interdittive che prevedono il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. È il bilancio delle indagini coordinate dalla Procura, di cui è capo Aldo Policastro, e condotte dai carabinieri, di cui è comandante provinciale il colonnello Germano Passafiume. I diciotto, destinatari delle misure, sono indagati a vario titolo per corruzione, turbativa d'asta, rivelazione di segreti di ufficio, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità. A firmare le ordinanze il Gip Loredana Camerlengo, che venerdì inizierà gli interrogatori degli otto finiti agli arresti domiciliari, mentre martedì ascolterà i destinatari delle misure interdittive.

Le indagini sono partite nel febbraio del 2019, quando una funzionaria della Provincia, Stefania Rispoli, si è presentata al Comando provinciale sdei carabinieri per denunciare di aver ricevuto da un collega, Michelangelo Panarese, funzionario dell'ente provinciale e sindaco di Buonalbergo, una cartellina contenente mille euro in banconote. I due in quel momento erano alle prese con un appalto avente ad oggetto la progettazione esecutiva e la direzione dei lavori inerenti la nuova costruzione di un plesso scolastico confinante con l'area dell'istituto «De Liguori» di Sant'Agata de' Goti per un importo complessivo di 204.536,08 euro. È da qui che prende il via l'attività investigativa dei carabinieri del Reparto operativo, guidato dal tenente colonello Alfredo Zerella, supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali e videoriprese. Il sostituto procuratore Francesco Sansobrino decise di utilizzare il trojan, inserito in un dispositivo elettronico di un collaboratore di Panarese. Poi giunse la denuncia in Procura dell'ex segretario generale della Provincia Franco Nardone, che tirò in ballo direttamente il presidente Antonio Di Matia. In particolare, la denuncia di Nardone riguardava le presunte pressioni che Di Maria avrebbe esercitato su di lui per l'indizione di una procedura per l'affidamento temporaneo dell'incarico di dirigente dell'Area tecnica. Un episodio nel quale è stata ravvisato il tentativo di induzione indebita a dare o a promettere altre utilità, contestato a Di Maria, che risponde anche di turbativa di gara.

Due i casi di turbativa contestati al presidente: l'appalto relativo ad alcuni lavori di manutenzione per l'istituto «Livatino» di Circello per un importo di 998mila euro con affidamento a una ditta locale, e l'appalto per la sistemazione per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico sui torrenti Capuano e Ratello di Guardia Sanframondi. Lo sviluppo delle indagini è consistito nell'escussione di persone informate sui fatti, nell'acquisizione di documentazione, in attività tecniche e accertamenti bancari e patrimoniali (su quest'ultimo aspetto, con l'ausilio dei militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza aggregati agli uffici della Procura.

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Le somme di denaro versate si aggirano sui 100mila euro, più consistenti le cifre promesse. Denaro versato in contanti sia prima della indizione dell'appalto sia all'aggiudicazione. Le somme venivano stabilite in percentuale rispetto all'importo dell'appalto. Percentuali variavano dal 10 al 20 per cento. Le irregolarità sono state riscontrate nell'affidamento dei lavori di miglioramento, adeguamento, messa in sicurezza e riammagliamento tra le strade provinciali numero 30, 32, 33, 34 e 45, procedura pubblica indetta dal Comune di Buonalbergo. Poi nell'affidamento di lavori di riammagliamento, miglioramento, riqualificazione e messa in sicurezza della strada 45 Montefalcone di Val Fortore-90 bis, procedura pubblica indetta dalla Provincia per un importo a base d'asta di complessivi 4.605.325,61 euro. Inoltre l'affidamento dei lavori di bonifica e messa in sicurezza permanente dell'ex discarica di Buonalbergo, località Cerreto, di 1.591.827,75 euro, gestita dal Comune; l'affidamento di lavori di ripristino della funzionalità e messa in sicurezza di tratti delle provinciali 45-48-49-50 per un importo di complessivi 535.363,86 euro. Nel corso delle indagini sono finite nel mirino ulteriori gare, ben nove e segnatamente quelle relative alla manutenzione degli istituti scolastici appaltate dalla Provincia. Infine, sono stati contestati al dirigente dell'area tecnica della Provincia Angelo Carmine Giordano i reati di falso ideologico, di turbata libertà degli incanti e di tentativo di concussione in ordine a due diverse gare. Nella prima, secondo l'accusa, attestava contrariamente al vero che si rendeva necessario affidare l'incarico a professionalità esterne all'amministrazione in considerazione del carico di lavoro dei dipendenti in servizio all'interno dell'ente, mentre in realtà era consapevole che un funzionario della Provincia aveva manifestato la sua disponibilità a svolgere la direzione dei lavori, che veniva aggiudicata a una società di professionisti. Il dirigente inoltre, sempre secondo gli inquirenti, intendeva imporre a un dipendente dell'Ente preposto alla gara l'indicazione di 5 imprese da lui prescelte e tra le quali vi sarebbe stata l'aggiudicataria della procedura consegnando allo stesso un fogliettino manoscritto recanti l'indicazione delle imprese. Ma il dipendente si è rifiutato. Gli indagati sono difesi finora da Angelo e Antonio Leone, Giuseppe Sauchella, Roberto Prozzo, Camillo Cancellario, Cecchino Cacciatore, Achille Cocco.

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