Arco di Traiano a Benevento,
per il museo materiali dell'«antica Roma»

Arco di Traiano a Benevento, per il museo materiali dell'«antica Roma»
di Paolo Bocchino
Venerdì 24 Dicembre 2021, 12:00
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Il museo dell'Arco sarà in legno, vetro, rame e mattoni. È stato necessario un ulteriore summit tra il dirigente dei Programmi complessi del Comune Antonio Iadicicco e il responsabile vincoli della Soprintendenza Gennaro Leva per giungere alla formulazione definitiva del progetto «Emozionare è valorizzare» inserito nei Pics. L'intesa trovata nei giorni scorsi sarà prodotta a stretto giro agli uffici regionali responsabili del Programma integrato città sostenibili per l'inserimento last minute nella programmazione Fesr 2014-20. «Entro fine anno - anticipa Iadicicco - contiamo di avere lo schema rimodulato alla luce delle ultime modifiche concordate con la Soprintendenza. Presenteremo in Regione nella prima decade di gennaio la richiesta di finanziamento relativa alla programmazione 2014 - 20. Purtroppo il protrarsi della fase di condivisione con la Soprintendenza non ci dà la certezza che l'opera possa rientrare in questo ciclo di finanziamenti. Ma se così non dovesse essere, il progetto sarà inserito nella programmazione comunitaria 2021 -27».

Le modifiche tendono a ottimizzare l'inserimento visivo della struttura nel delicato contesto che la ospiterà, il lato destro dei giardini dell'Arco con prospettiva da via Traiano.

Area nella quale oggi trovano posto essenze verdi ma che troppo spesso finisce per diventare ricettacolo di immondizia e scorribande notturne. Il verde non sparirà dall'area, stando al progetto municipale vagliato dalla Soprintendenza.

La realizzazione dell'opera garantirà la razionalizzazione degli spazi con riperimetrazione delle aiuole e nuova pavimentazione in pietra dai toni chiari, in accordo con il bimillenario monumento romano. E romani saranno anche i mattoncini che formeranno la struttura essenziale del Lapidarium dedicato all'Arco nel quale troveranno posto reperti fin qui mai esposti al pubblico: «Abbiamo richiesto l'impiego di mattoni che ricordino quelli utilizzati nell'antica Roma per spessore e fattura, dal profilo molto contenuto - spiega Leva -. Le parti più esposte e visibili dovranno essere realizzate in materiali assolutamente compatibili con l'area circostante, ovvero il legno per la trabeazione e le finiture, il vetro per le parti esterne, il rame acidato per la copertura. Quest'ultima dovrà essere piana e senza alcun elemento che da essa si stagli». 

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L'intesa trovata tra le parti rende una formalità, o poco più, l'ultimo sigillo che arriverà dalla Soprintendenza a cavallo della fine dell'anno. Un assenso non meramente burocratico se si considera che la proposta del Comune ha già dovuto subire nei mesi scorsi lo stop dell'ente ministeriale a una versione giudicata eccessivamente invasiva. L'ultima stesura risulta molto meno ingombrante di quella primigenia: «Le dimensioni complessive del crepidoma (basamento, ndr) e della sua copertura piana - si legge nella relazione tecnica del progetto - sono 7 metri per 15, sotto cui la teca in vetro di 5 metri per 13 è ospitato il Lapidarium».

Si punta anche sulle nuove tecnologie: «Potrà essere visitato - recita il progetto - anche quando la struttura è chiusa. Due vetrine multimediali consentiranno al visitatore di vedere i reperti e le riproduzioni delle scene di guerra e pace dell'Arco. Con un sistema Q-code si azionerà l'illuminazione interna. Quando il Lapidarium sarà aperto, un table-touch consentirà di visionare i reperti con l'analisi scientifica». E la nuova realizzazione determinerà un possibile effetto domino al quale si sta già lavorando: «Chiederemo alla Provincia - annuncia Iadicicco - di destinare Sant'Ilario che oggi ospita la mostra sull'Arco a una struttura espositiva dedicata al Canto Beneventano. Un patrimonio unico della città longobarda che merita migliore valorizzazione». 

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