Asl di Benevento, 700 visite cancellate
i pazienti lo scoprono solo sul posto

Asl di Benevento, 700 visite cancellate i pazienti lo scoprono solo sul posto
di Luella De Ciampis
Venerdì 19 Giugno 2020, 09:17 - Ultimo agg. 10:36
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File esterne, disagi, minacce di denunce e violenza verbale contro medici, infermieri e operatori amministrativi, in seguito all'annullamento delle prenotazioni per le visite ambulatoriali effettuate al Cup dell'Asl prima dell'emergenza Covid. Sono circa 700 le visite cancellate dall'azienda sanitaria nel mese di giugno tra la sede distrettuale di via XXIV Maggio e l'ex centro antitubercolare di via delle Puglie, storica e attuale sede del Sert, in cui sono stati allocati anche gli ambulatori di Cardiologia, Radiologia, Senologia e Pneumologia. Più nutrito il poliambulatorio di via XXIV Maggio in cui coesistono le branche di Fisiopatologia respiratoria, Nefrologia, Patologia cardiovascolare, Patologia dermatologica, Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva. Le segnalazioni, pervenute direttamente dagli utenti, rigorosamente in fila da alcuni giorni davanti alle sedi degli ambulatori, raccontano di visite prenotate prima dell'emergenza Covid, in prima battuta rimandate alla riapertura e mai effettuate perché, negli ultimi giorni, il personale addetto al servizio, impossibilitato ad avvisare gli utenti, è costretto a mandare via i pazienti che avevano fissato le visite ambulatoriali da sei mesi e ad accettare le prenotazioni fatte il giorno prima per un totale complessivo di un massimo di un centinaio di visite giornaliere, distribuite tra tutti gli ambulatori.

L'Asl, con un comunicato stampa del primo maggio, aveva annunciato la riapertura degli ambulatori per le visite contrassegnate dalle sigle U (urgenti da erogare in 72 ore) e B (brevi da erogare in 10 giorni), mantenendo quelle pagate e fatturate e annullando le altre. In pratica, il Ced (centro elaborazione dati), ha cancellato quasi la metà delle visite programmate sei mesi fa per un totale di circa 700 e sta procedendo con le prenotazioni ex novo, senza avvertire gli utenti che stanno continuando a riversarsi davanti alle sedi degli ambulatori convinti di potervi accedere.

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Ci sono persone che hanno prenotato nel mese di gennaio, sono state rimandate a marzo, hanno già pagato il ticket ma sono state comunque cancellate dalle agende perché non hanno fatto la fatturazione che avrebbe consentito di effettuare la visita in via prioritaria. Contestualmente, la sede distrettuale di via XXIV Maggio, per quanto riferito dai pazienti, avrebbe riaperto l'accesso anche alle visite programmabili, con un sensibile aumento dell'affluenza quotidiana. È una situazione che, con molta probabilità, si protrarrà fino alla fine di giugno e per cui si troverà una diversa soluzione già per gli inizi del nuovo mese. Dall'azienda sanitaria arrivano chiarimenti sulle motivazioni alla base delle misure adottate nello smaltimento delle liste d'attesa delle visite ambulatoriali accumulate nel periodo di lockdown imposto dall'emergenza Covid.
 


«Sicuramente il problema c'è dice il direttore generale Gennaro Volpe e le lamentele sono fondate ma siamo in una fase di riorganizzazione dei servizi dopo la pandemia. Invitiamo l'utenza alla pazienza in quanto le nostre azioni sono volte alla tutela dell'interesse degli assistiti. Mettendo in atto le operazioni di sanificazione per ogni paziente, riusciamo a fare due visite all'ora invece di quattro e quindi perdiamo il 50% delle prestazioni.
Inoltre, dobbiamo privilegiare le urgenze ma credo che, per fine mese, riusciremo a risolvere il problema». Sta di fatto che, negli ultimi 15 sono aumentate in modo esponenziale le prescrizioni per visite urgenti, mentre le prenotazioni effettuate nel periodo precedente al Covid sarebbero state cancellate dalle agende, in quanto gli specialisti non hanno lavorato per un lungo periodo e quindi si sta procedendo a una riprogrammazione. A fine giugno scadono anche i termini per il rinnovo dell'esenzione ticket per reddito, già prorogati per effetto dell'emergenza, che sicuramente subiranno un'ulteriore proroga a settembre e una regolamentazione informatizzata per evitare che 13mila persone si riversino tutte insieme negli uffici di via XXIV Maggio.

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