In fiamme l'auto dell'avvocatessa:
«Ora basta, chiedo protezione»

In fiamme l'auto dell'avvocatessa: «Ora basta, chiedo protezione»
di Maria Tangredi
Lunedì 7 Gennaio 2019, 15:00
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MONTESARCHIO - «La magistratura ha tutte le denunzie, già da quando mi sono stati recapitati i proiettili se non prima. Ma nessuno fa nulla. Aspettano il morto? Ed io sono candidata. Ho denunziato anche altri episodi avvenuti nel mio studio, i messaggi che mi sono stati recapitati e anche quando sono stata malmenata sempre nel mio studio legale, ma salva grazie a chi era presente». A parlare è l'avvocato Gabriella Bongi a cui sabato sera è stata incendiata l'auto parcheggiata sotto il suo studio in una traversa di via San Rocco. I vigili del fuoco del distaccamento di Bonea intervenuti per spegnere le fiamme, non avrebbero dubbi sull'origine dolosa. Sul posto per le prime indagini vi era anche una pattuglia del nucleo radiomobile e militari del nucleo operativo che non escludono nessuna ipotesi sull'incendio che ha distrutto la Kia Soul in sosta nella traversa Gallo. Indagini comunque a tutto campo quelle avviate dagli inquirenti, che non escludono alcun dettaglio anche in riferimento agli episodi passati. Ennesimo episodio che ha lasciato amareggiata ma soprattutto delusa l'avvocato Bongi per quanto continua a verificarsi nei suoi confronti. «Ho denunziato - ripete - tutto ciò che è successo, non capisco perché non intervengono. Anche ieri sera (il riferimento è alla sera dell'incendio, ndr) qualcuno - dichiara - è passato ed ha applaudito. Non so più che fare se non lasciare questa terra dove vivo da 18 anni. Per questo chiedo che, avendo immagini di telecamere disponibili ed altro, gli inquirenti intervengano». L'avvocato è preoccupata anche per la sua famiglia e, dopo l'incendio dell'auto, fa riferimento anche ad altre minacce ricevute. «I tre proiettili trovati a novembre erano riferiti a me e ai miei due figli. Tutto denunciato». Intanto, in seguito all'episodio dei proiettili calibro 9x21 ritrovati sull'auto lo scorso novembre, l'avvocatessa in seguito ad una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutosi in Prefettura era stata destinataria di una vigilanza con una pattuglie di controllo continuo. «Scorta» che Bongi dice, invece, di «pagare privatamente. La sicurezza me la pago io ma ho paura per i miei figli. Sono sempre in apprensione quando sono fuori o se fanno qualche minuto di ritardo». L'avvocato Bongi poi si chiede come mai nessuno abbia visto «che già prima dell'incendio dell'auto è stata pure tolta la tabella dello studio legale. Non è possibile che nessuno si sia accorto di quanto stava accadendo, considerando anche l'orario. Erano le nove di sera. Ma nessuno ha visto». Si sente delusa, amareggiata e sopratutto sconfitta l'avvocatessa che, mentre i vigili del fuoco spegnevano le fiamme sulla sua auto, ha ripetuto «di ritenere inutile presentare un'ennesima denuncia se nulla si muove».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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