Bimbo di cinque mesi morto al Santobono,
odissea tra gli ospedali di Benevento e Napoli

Bimbo di cinque mesi morto al Santobono, odissea tra gli ospedali di Benevento e Napoli
di Luella De Ciampis
Venerdì 28 Gennaio 2022, 23:01 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 18:34
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Non ce l’ha fatta G., il bimbo beneventano di cinque mesi, ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale del Santobono per un grave trauma cranico ma si infittisce il giallo sulle cause della tragedia. Nel primo pomeriggio di ieri i sanitari della struttura napoletana avevano fatto l’accertamento di morte cerebrale ma il suo cuore ha cessato di battere in serata, quando, a distanza di 6 ore, è stata ufficializzata la morte cerebrale e il successivo decesso. 

L’intervento tempestivo effettuato nella struttura napoletana aveva acceso un barlume di speranza sulla possibilità che il bimbo riuscisse a sopravvivere perché aveva superato la notte. Ieri mattina non c’erano novità di rilievo sullo stato di salute del piccolo che, dopo un primo ricovero all’ospedale Fatebenefratelli, avvenuto domenica 16 gennaio, dove era stata eseguita una prima Tac, e da cui era stato dimesso dopo alcuni giorni di degenza, era stato trasportato dalla mamma al pronto soccorso del Rummo la sera di martedì scorso, già in «coma score». Il termine indica un coma stimabile secondo una scala di valutazione neurologica costituita da 15 punti che attestano la gravità della sintomatologia. Una breve permanenza in pronto soccorso, dove il piccolo era arrivato in stato di incoscienza e privo di sensi, per effettuare una Tac di controllo e per stabilizzarlo, e poi la corsa con l’eliambulanza nell’ospedale napoletano dov’era stato operato d’urgenza.

Quel «non ci sono novità», arrivato dai sanitari del Santobono, aveva lasciato spazio a una flebile speranza perché, in questi casi, l’assenza di novità è già una buona notizia, legata al fatto che più tempo intercorre dal momento della somministrazione delle prime cure e dall’intervento chirurgico, maggiori diventano le probabilità di superamento della fase critica e di risveglio dal coma. Così non è stato. Nel primo pomeriggio di ieri, il sottile filo di speranza, che aveva tenuto con il fiato sospeso la comunità beneventana, si è spezzato definitivamente con la notizia della morte del piccino. 

Sulla vicenda, su cui indagano i carabinieri del comando provinciale di Benevento, la Procura ha aperto un fascicolo e ha affidato le indagini al sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro che si avvarrà della collaborazione del medico legale Emilio D’Oro per approfondire la questione anche attraverso l’esame autoptico. In prima battuta, D’Oro aveva ricevuto l’incarico di visionare le cartelle cliniche dei tre ospedali che hanno avuto in cura il piccolo ma, nelle prossime ore, gli sarà affidato l’incarico di eseguire l’autopsia sulla salma. Lo scopo è di accertare se si sia trattato di un incidente oppure se alla base del tragico evento ci sia un’altra causa. Intanto, non ha trovato conferme, né da fonti investigative né da fonti sanitarie, la notizia circolata ieri di una presunta frattura al femore che si aggiunge al trauma cranico. 

La mamma del bimbo, assistita dall’avvocato Antonio Leone, è stata già ascoltata dagli inquirenti come persona informata dei fatti. La versione riportata dalla donna, che ha un’altra figlia di qualche anno più grande fi G., è quella di un incidente fortuito.

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Intanto, dalle cartelle cliniche del Fatebenefratelli, acquisite dagli inquirenti, è emersa una diagnosi di «trauma cranico minimo», effettuata dopo l’esecuzione della Tac, mentre in quelle del Rummo si fa riferimento a «un’emorragia cerebrale in atto», diagnosticata all’arrivo di martedì sera in pronto soccorso. Un dettaglio, questo, che potrebbe far prendere in considerazione anche l’ipotesi che il trauma cranico possa aver avuto un’evoluzione silente nei nove giorni successivi, poi culminata nell’emorragia cerebrale che non ha lasciato scampo al piccolo. Ma su cause e dinamica, e soprattutto sulla compatibilità della versione fornita dalla madre e dai parenti del neonato con i risultati degli esami medici e cartelle cliniche, faranno luce le indagini, coordinate dalla Procura di Benevento e condotte dal comando provinciale dei carabinieri di Benevento.

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