Bambino in coma: è giallo sulla causa
delle ferite alla testa

Bambino in coma: è giallo sulla causa delle ferite alla testa
di Luella De Ciampis
Venerdì 28 Gennaio 2022, 09:18
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È ricoverato all'ospedale Santobono di Napoli in gravi condizioni, il bimbo di quattro mesi di Benevento trasportato, nella notte tra martedì e mercoledì, in elisoccorso dal Rummo alla struttura napoletana. All'arrivo al pronto soccorso dell'ospedale cittadino martedì sera il piccolo era in «coma score» in seguito a un trauma cranico. I medici dell'Unità rianimativa destinati al trattamento delle emergenze si sono adoperati per stabilizzarlo, avvalendosi dell'aiuto dei colleghi del reparto di Neonatologia per somministrare le cure necessarie al piccolo con gli strumenti usati per intervenire sui bambini piccoli.

Quindi, il bimbo è stato stabilizzato e trasferito in eliambulanza al «Santobono» dove è stato sottoposto a un intervento d'urgenza prima di essere ricoverato in rianimazione dov'è tuttora intubato e in prognosi riservata.

Il bambino, nato da una giovane coppia che ha anche una figlia di poco più grande, era stato ricoverato al «Fatebenefratelli» domenica 16 gennaio ma poi era stato dimesso perché le sue condizioni non sembravano destare preoccupazione. Martedì sera la mamma, accompagnata da alcuni familiari, lo ha trasportato d'urgenza al «Rummo» dove i medici hanno poi deciso per il trasferimento al «Santobono» in eliambulanza. Il piccolo, infatti, era già in stato di incoscienza e privo di sensi.

Sulla vicenda indagano i carabinieri del comando provinciale di Benevento e la Procura della Repubblica che ha disposto un approfondimento delle indagini che dovranno stabilire se le gravi lesioni riportate siano compatibili con la versione fornita dalla mamma oppure se siano da attribuire ad altra causa. Secondo il racconto della donna, arrivata in ospedale con alcuni familiari, il colpo alla testa del bimbo sarebbe stato inferto in maniera casuale. Un'eventualità che dovrà essere convalidata dai rilievi effettuati dagli inquirenti e da quanto emergerà dalle testimonianze dei medici, compreso il medico legale, che hanno avuto modo di osservare il piccolo all'arrivo in ospedale. Oltre alla natura del trauma, rimane da chiarire anche cosa sia accaduto nell'arco dei nove giorni intercorsi tra il ricovero e le dimissioni al «Fatebenefratelli» e il trasporto in urgenza al «Rummo» per capire se il trauma cranico era già in atto al momento del primo accesso in ospedale sebbene non ci fossero segni evidenti di una sofferenza neurologica che è potuta peggiorare nel tempo per effetto di un'emorragia cerebrale che ha avuto un decorso lento, come spesso capita in seguito a un colpo violento alla testa. Ma, è ovvio, che va verificata anche l'ipotesi che la lesione sia sopraggiunta in un secondo momento, per un ulteriore evento traumatico subito la sera stessa del ricovero al pronto soccorso del Rummo. Al momento, non si può escludere alcuna ipotesi in quanto la vicenda dei due ricoveri avvenuti a distanza di nove giorni l'uno dall'altro apre scenari diversi sulle condizioni del piccolo nei giorni precedenti alla tragedia finale che ha determinato lo stato comatoso.

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I sintomi del trauma cranico grave sono inequivocabili perché comprendono sonnolenza, vomito, perdita dell'equilibrio che sono evidenti anche nei bambini piccoli, rispetto ad altri sintomi che sono più facili da ravvisare negli adulti in quanto coinvolgono la sfera cognitiva e quella del linguaggio. Per questo, i pazienti con una diagnosi di trauma cranico, dimessi dall'ospedale, devono essere monitorati proprio a causa dei possibili sanguinamenti tardivi che sono pressoché asintomatici e possono sfuggire all'inquadramento diagnostico nel periodo immediatamente successivo al trauma. Per questo, è necessario che il paziente dimesso sia costantemente «sorvegliato» dai familiari e rivalutato dai medici per escludere una complicanza emorragica che deve essere trattata per evitare complicanze irreversibili. Comunque siano andati i fatti la priorità è rappresentata dal risveglio del piccino e dalla sua completa guarigione, fermo restando la necessità di stabilire con estrema certezza come sia stato possibile arrivare a tanto.
 

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