Il caro bollette rappresenta un problema di non poco conto anche per le aziende sanitarie e ospedaliere del territorio che dovranno sostenere costi raddoppiati rispetto al 2021. Un'idea di quello che sta accadendo nelle strutture della provincia è possibile farsela analizzando i costi sostenuti dall'ospedale Rummo per le utenze del 2022, paragonandoli a quelli dell'anno scorso. Si tratta di 7.129.000 euro inseriti nel bilancio di previsione, contro i 3.464.000 del 2021.
In pratica, le somme appostate per le utenze sono addirittura raddoppiate.
Un caro bollette da cui non è esente l'Asl che, come il Rummo, è alle prese con le aziende fornitrici di servizi che hanno fatto lievitare gli importi contrattuali. Bisogna considerare che per le strutture pubbliche i rincari pesano su budget che, attualmente, non sono in sofferenza e che, comunque, devono garantire i servizi necessari all'utenza, sicuramente senza sprechi ma senza lesinare. Tuttavia, anche in questi casi, si tratta di un peso gravoso.
Invece, per i titolari delle rsa, delle cliniche e dei centri diagnostici privati, costretti a provvedere di tasca propria al pagamento delle utenze, gli aumenti in bolletta rischiano di mettere in discussione la sopravvivenza delle strutture. I costi per l'approvvigionamento del gas e di energia elettrica di questi centri sono raddoppiati e, peraltro, per quelli dotati di apparecchiature energivore, come Tac, risonanze magnetiche, Pet, l'impennata dei costi rappresenta un pericolo imminente per l'equilibrio di bilancio e per la garanzia della continuità aziendale.
In base al decreto 144/2022, la Regione potrà disporre di un incremento di finanziamento del fondo sanitario 2022, da destinare sia alle strutture pubbliche che private accreditate per il caro bollette. Alle strutture private potrà essere riconosciuto un contributo una tantum, pari allo 0,8% del tetto di spesa, a fronte di un preciso resoconto dei maggiori costi sostenuti per le utenze di energia elettrica e gas. A un primo esame, sembrerebbe una cifra irrisoria, rispetto alle somme che devono essere accantonate per sostenere i costi dell'energia.
Il timore, manifestato in più occasioni dall'Aiop (associazione italiana ospedalità privata) è che il caro energia potrebbe mettere in ginocchio le rsa, i centri diurni e le case di riposo che rischiano la chiusura, con una ricaduta nefasta sull'offerta assistenziale messa in pericolo anche dalla possibilità di licenziamento di infermieri, operatori sociosanitari e altre figure professionali impiegate in ambito sanitario.