Benevento, l'allarme di via San Pasquale:
«Colpo di grazia con il lockdown»

Benevento, l'allarme di via San Pasquale: «Colpo di grazia con il lockdown»
di Antonio Martone
Lunedì 21 Giugno 2021, 10:13 - Ultimo agg. 22 Giugno, 19:39
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Dall'alluvione del 15 ottobre 2015 che danneggiò con allagamenti diversi esercizi commerciali, via San Pasquale non è più ripartita, anzi ha registrato l'inizio di un lento e inesorabile declino a livello economico. Contrariamente a tanti buoni propositi generali votati alla solidarietà e alle promesse di aiuti, da un punto di vista commerciale si sta registrando il fenomeno della «desertificazione» dei negozi. Uno spiacevole fenomeno e una triste fotografia di una zona che in passato registrava un fervore di svariate attività che, tra l'altro, avevano tutte dei bilanci positivi ed erano un punto di riferimento non solo degli abitanti del quartiere ma anche del resto della città. C'era di tutto, da negozi di abbigliamento, bar, attività artigianali (officine meccaniche, vetrerie, lavorazione infissi), lavanderie, bar e così via, ma soprattutto c'era un continuo movimento di auto e anche pedoni. Ora sono pochissime le saracinesche che la mattina si alzano per l'apertura dei rispettivi negozi, i cui titolari sono veramente ammirevoli.

Il quadro attuale è desolante, sembra quasi la continuazione ideale della confinante via Traiano, interessata anch'essa da anni alla chiusura di tutte le attività per motivi misteriosi.

La stragrande maggioranza dei locali commerciali di via San Pasquale sono chiusi e spiccano ovunque i cartelli con la scritta «fittasi» oppure il classico «vendesi», con i relativi loghi delle agenzie immobiliari che operano nel capoluogo. Avvisi impolverati e manifestini usurati affissi da mesi e mesi, considerato che non ci sono richieste e niente si muove in tal senso visto che purtroppo la moda è quella della fuga verso altre zone della città.

«Il colpo di grazia - dice Massimo Iasiello, commerciante della zona che resiste stoicamente per la nostra amatissima via San Pasquale è arrivato con il lockdown a causa della pandemia. Negozi che già stentavano perché duramente colpiti dall'alluvione con ristori assolutamente inesistenti o inadeguati, hanno chiuso definitivamente ed è iniziata la fase della desolazione, quella che purtroppo si registra attualmente, di una crisi che sembra irreversibile».
Ancora più duro il commento di Armando De Rosa: «Provo rabbia e tristezza a pensare agli investimenti che avevamo fatto di migliaia di euro, caduti nel vuoto. L'alluvione del 2015 distrusse tutte le strutture del mio negozio e non sono riuscito a riaprire perché non avevo soldi per pagare il fitto e riacquistare gli attrezzi necessari per la mia attività. Non c'è stato nessun aiuto, ma la cosa più grave è che non abbiamo avuto deroghe o dilazioni sui pagamenti. La mia storia è identica a tanti altri che lavoravano nella zona e che hanno dovuto alzare bandiera bianca quasi tra l'indifferenza di tutti».

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Diversi esercenti costretti a trasferirsi nella zona alta della città, oppure sul Corso sono riusciti a ripartire anche se non sono mancate le difficoltà. Non mancano, comunque, le richieste dei «superstiti» per tentare l'ultima disperata carta di un rilancio. «Il Comune mi rendo conto - dice Antonella De Tata - che non può fare molto, ma già sarebbe importante per noi una valorizzazione con maggiore intervento di pulizia, creazione di nuovi marciapiedi e, magari, stabilire il senso unico in modo da creare maggiori parcheggi e servizi per eventuali clienti». L'assessore al commercio Alfredo Martignetti, sempre aperto e sensibile a quelle che sono le politiche commerciali ha dato la sua disponibilità. «Rispetto al vecchio problema dell'alluvione purtroppo non abbiamo leve d'intervento e di questo sono dispiaciuto, come sempre a livello di amministrazione e personale c'è la massima disponibilità all'ascolto nell'ambito di quelle che sono le possibilità a nostra disposizione vista la situazione generale. Via San Pasquale è un cardine da sempre della nostra città». 

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